Oggi attraversiamo gli Appennini e, partendo da Firenze, ci dirigiamo alla scoperta del vino simbolo dell’Emilia-Romagna: il Lambrusco, presente principalmente in tre tipologie: Salamino di Santa Croce, Sorbara e Grasparossa di Castelvetro.
Noi ci troviamo proprio in questo territorio. Castelvetro di Modena è un affascinante borgo dell’Emilia-Romagna, noto per il suo centro storico medievale con torri, piazze e stradine acciottolate. Circondato da colline punteggiate di vigneti e uliveti, è famoso per il Lambrusco di Castelvetro e per l’Aceto Balsamico.
Qui su le colline che circondano il borgo di Castelvetro, si estendono i vigneti di Grasparossa, da cui nasce l’omonimo Lambrusco, rinomato per il suo intenso colore rosso e il profumo fruttato.
Ogni anno, il terzo e il quarto weekend di settembre, si svolge la Sagra dell’Uva e del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. Qui incontriamo Paolo Gia, presidente di una delle storiche cooperative vitivinicole del territorio emiliano.
Un territorio che, grazie alla lungimiranza di alcuni produttori, ha deciso di orientare la propria produzione verso la qualità, allontanandosi così dal blasone legato a vini da quantità.
Grazie all’associazione Piacere Modena abbiamo potuto scoprire e degustare gli abbinamenti che meglio valorizzano il Lambrusco, ma anche tanti altri prodotti DOP e IGP che questo straordinario territorio esprime. La provincia di Modena, con 27 DOP, IGP e STG, è infatti la prima in Italia per numero di riconoscimenti, confermandosi vero motore dell’intero sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna.
Oggi il Lambrusco si può apprezzare non solo nella versione Charmat, ma anche in una tipologia adatta all’invecchiamento: il Metodo Classico.
Castelvetro di Modena e i suoi vigneti raccontano un Lambrusco unico, tra tradizione e qualità, capace di esprimere il meglio dell’Emilia-Romagna sulle tavole italiane e nel mondo.