Secondo l’ultimo sondaggio dell’istituto americano Gallup, il consumo di bevande alcoliche negli Stati Uniti ha raggiunto il minimo storico: solo il 54% degli adulti dichiara di bere, in calo rispetto al 62% del 2023. La maggioranza degli americani ritiene infatti che anche un consumo moderato possa essere dannoso per la salute.
Eppure, nonostante questa contrazione generale, il vino italiano continua a confermarsi leader tra le etichette estere più consumate negli Usa. I dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly mostrano che le bottiglie tricolori detengono una quota del 38% sul totale dei vini importati, davanti a australiani, neozelandesi, francesi e cileni.
Il successo del vino italiano non si misura solo in quota di mercato, ma anche in termini economici. Nel 2024, le importazioni hanno sfiorato 2,3 miliardi di dollari, pari a 354 milioni di litri, ossia 470 milioni di bottiglie da 0,75 litri. Gli Stati Uniti rimangono il primo mercato di sbocco per l’export enologico italiano, con una quota del 24% sul totale nazionale.
L’ecosistema che sostiene questi numeri è vasto: oltre 1.000 importatori, altrettanti distributori e più di 2.000 rivenditori, insieme ai ristoranti italiani, che secondo IBISWorld valgono 95 miliardi di dollari e contano oltre 62 mila imprese. Qui il vino italiano è parte integrante dell’esperienza gastronomica e culturale, con Prosecco presente nel 41% dei menu americani e grandi rossi toscani molto richiesti.
Il valore economico del vino italiano va oltre l’export. Ogni dollaro speso negli Stati Uniti genera 4,5 dollari di valore nell’economia locale, un effetto moltiplicatore che testimonia cinquant’anni di legami commerciali e culturali. Secondo il “2025 Economic Impact Report” di Wine America, l’industria del vino negli Usa produce un impatto complessivo di 144,4 miliardi di dollari, di cui quasi 19 miliardi derivano dal vino italiano.
A latere di questi dati, la seconda edizione di Vinitaly.USA (5-6 ottobre) al Navy Pier di Chicago (Illinois) ha offerto una piattaforma di confronto tra istituzioni italiane, produttori e distributori americani. Come sottolinea Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, “il vino italiano non è solo un simbolo di eccellenza enogastronomica, ma anche un pilastro economico nei rapporti tra Italia e Stati Uniti. È con questa consapevolezza che abbiamo scelto di far crescere Vinitaly.USA, piattaforma dedicata al dialogo e al business internazionale”.
Nonostante la flessione generale dei consumi, il fascino e la qualità del vino italiano sembrano in grado di resistere. Tra un calice di Prosecco e un Chianti Classico, il legame tra Italia e America resta solido, fondato su gusto, tradizione e un impatto economico che continua a crescere, confermando il vino italiano come protagonista indiscusso nel mercato statunitense.