Incontro Giovanna Neri nella sua nuova cantina, inaugurata da poco, per parlare di Brunello di Montalcino, di denominazione, di identità e del futuro. Un futuro che, secondo lei, deve essere costruito con visione e coraggio. Lo spunto arriva anche dalla recente elezione di Giacomo Bartolommei alla guida del Consorzio.

“Ho iniziato a fare vino in una sorta di garage. La chiamavamo ‘la zucca’ perché l’avevamo colorata di arancione. Ho sempre creduto nel territorio, nel mio lavoro e nel produrre un vino che avesse uno stile contemporaneo. Oggi ho una cantina moderna e stilosa, inserita in un contesto paesaggistico unico che tutto il mondo ci invidia”.

Il suo approccio al Brunello ha suscitato sin da subito reazioni:

“Quando ho lanciato la mia prima etichetta, decisamente innovativa, molti colleghi mi hanno criticato. Dicevano che non era adatta al Brunello, che era troppo distante dall’immagine classica del prodotto. Ma io credo che anche nel vino si debba osare”.

Giovanna guarda con entusiasmo alla nuova presidenza del Consorzio:

“Sono felice dell’elezione di Giacomo Bartolommei, è giovane e ha una visione più moderna della denominazione. E soprattutto sa quanto sia importante oggi comunicare bene il brand ‘Brunello’. È un vino che, pur in un mercato complicato, regge benissimo. Ma serve una svolta nel modo in cui viene percepito: bisogna parlare anche ai giovani, aggiornare l’immagine complessiva del Consorzio”.

La visione è chiara: rinnovamento, senza snaturare.

“Se so che il mio vino è considerato di gran lusso, allora tutto deve esserlo: dallo stile della bottiglia alla comunicazione. Serve coerenza. L’Anteprima del Brunello dovrebbe diventare un evento più itinerante, portare i giornalisti dentro le cantine, sul territorio. Svecchiare il format, renderlo più autentico e coinvolgente”.

Per Giovanna, il legame tra vino, cultura e territorio è imprescindibile:

“Bisogna associare il Brunello a cose belle: la cultura, la moda, la pittura. Solo così possiamo farlo percepire come un simbolo del meglio che l’Italia può offrire”.

E conclude con una visione precisa, che guarda avanti:

“Il Brunello è un brand forte, ma non possiamo sederci sugli allori. Dire che siamo i migliori non basta più. Servono idee, movimento, organizzazione. Chi si ferma è perduto. Non ci sono Brunelli cattivi: ora serve solo innovazione, visione e coraggio. Io cercherei di rendere il Brunello… trendissimo“.

I vini di Giovanna Neri stanno oggi ottenendo riconoscimenti significativi sia a livello nazionale che internazionale, confermando la qualità e l’identità del suo lavoro. Noi di RossoRubino abbiamo avuto l’opportunità di degustare e valutare con attenzione la sua annata 2020, che si è rivelata di altissimo pregio, capace di esprimere con grande efficacia il territorio e lo stile unico della cantina. La sua visione, profondamente femminile e innovativa, emerge come una vera e propria novità in un panorama già ricco di eccellenze, portando freschezza e nuova energia al mondo del Brunello di Montalcino.