Colpo di scena nella lunga battaglia commerciale tra Washington e i suoi partner internazionali. La United States Court of Appeals for the Federal Circuit ha dichiarato che la maggior parte dei dazi introdotti da Donald Trump sono “in gran parte illegali”, con una sentenza approvata da 7 giudici a favore e 4 contrari.

L’iniziativa legale è stata portata avanti da Victor Schwartz, fondatore di Vos Selections, piccolo importatore newyorkese di vini europei, insieme ad altre aziende e con il supporto del Liberty Justice Center. L’azione punta a dimostrare che l’uso dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) per imporre tariffe commerciali eccede i poteri della Presidenza.

La decisione non avrà effetto immediato: le tariffe resteranno infatti in vigore fino al 14 ottobre, data entro la quale l’amministrazione potrà presentare ricorso alla Corte Suprema.

Il provvedimento mette in discussione accordi già siglati con l’Unione europea e con partner strategici come Cina, Canada e Messico. “La legge conferisce al presidente un’autorità significativa in caso di emergenze nazionali, ma non include il potere di imporre dazi o tariffe”, si legge nella motivazione.

Su Truth, Donald Trump ha reagito duramente: “Se questi dazi venissero mai eliminati sarebbe un disastro totale per il Paese. Gli Stati Uniti non tollereranno più deficit commerciali e barriere ingiuste”.

Dal fronte europeo, la vicepresidente della Commissione Teresa Ribera ha ribadito che non ci saranno concessioni sul digitale, mentre il presidente francese Emmanuel Macron, in conferenza stampa con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ha avvertito che eventuali nuove tariffe contro chi tassa le Big Tech sarebbero considerate “una forma di coercizione” da parte dell’Europa.

Intanto, da ieri sono entrati in vigore anche i nuovi dazi americani sulle spedizioni di piccolo valore. Persino i pacchi sotto gli 800 dollari saranno tassati, con importi tra 80 e 200 dollari. Molti operatori postali hanno già sospeso le spedizioni verso gli Stati Uniti, in attesa degli sviluppi.

La partita sui dazi è quindi tutt’altro che chiusa: il prossimo round si giocherà davanti alla Corte Suprema.

redazione rossorubino
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