A Montalcino (SI), a Castelnuovo dell’Abate accanto all’Abbazia di Sant’Antimo, prende forma Aminta, il progetto della famiglia Cecchi guidato da Andrea Cecchi, Presidente e CEO di Famiglia Cecchi. La tenuta debutta con le sue prime due etichette, ma il cuore dell’iniziativa va oltre la produzione: è un percorso di ricerca, arte e territorio, dove Sangiovese e Brunello vengono interpretati con una visione nuova.
“Questo progetto è unione tra la nostra famiglia e il territorio”, racconta Andrea Cecchi. “Montalcino è storica e affascinante, il luogo perfetto per sviluppare una nuova visione del Sangiovese, vitigno che consideriamo centrale nella nostra identità. Aminta rappresenta la possibilità di conciliare tradizione e modernità, eleganza e trasparenza”.
Arte e famiglia sono intimamente legate: “Ho sempre avuto passione per l’arte, e questa passione l’ho ereditata da mia madre, Anita Sardelli, che si era iscritta all’Istituto d’Arte di Siena e ci ha lasciato una collezione di opere tradizionali ma estrose, fonte di ispirazione per le nostre etichette e per l’intero progetto. Aminta nasce dal connubio tra Anita e il Monte Amiata, che regola il microclima dei vigneti. Così il nome stesso diventa simbolo di famiglia e territorio”.
La visione di Andrea Cecchi per il Sangiovese e il Brunello è chiara e innovativa: “Quando parlo delle trasparenze del Sangiovese, intendo la capacità di esprimere complessità olfattiva, eleganza gustativa e bevibilità. Le trasparenze non sono un punto debole, ma un tratto distintivo, che racconta il territorio e conferisce ai vini leggerezza e precisione. Questa filosofia ci guida anche nella nuova concezione del Brunello: non più estremativo o sovraccarico, ma elegante, armonioso e capace di evolvere nel tempo”.
La tenuta, acquisita nel 2018, si estende su tre vigneti con suoli calcarei che favoriscono finezza ed eleganza. “Il percorso sul vino è in fase di sperimentazione e studio”, osserva Giulia Cecchi, “ma già si percepisce nel calice l’idea che vogliamo raggiungere: finezza ed eleganza. Un passo importante, una visione di Montalcino di freschezza e territorialità. Pulizia di Sangiovese, nel 2024 troviamo note spiccate di pietra al naso che affascinano. Non c’è una regola fissa. Siamo ancora in fase di sperimentazione, soprattutto dei suoli, abbiamo una visione ma dobbiamo approfondire la conoscenza dei nostri terreni. Partiamo dal vino, non dal mercato”.
L’obiettivo della famiglia va oltre la produzione attuale: si immagina che il punto di arrivo dell’azienda sia l’individuazione di un vero e proprio cru da cui esprimere al meglio il Brunello, un luogo dove il territorio e la visione produttiva si fondono in un vino di identità assoluta. Il progetto Aminta diventa così un esercizio di pazienza e lungimiranza, dove la sperimentazione serve a decifrare i suoli, le esposizioni e le caratteristiche dei vigneti, con un unico scopo: restituire nei vini la vocazione più autentica del territorio e della famiglia..




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