Vi voglio parlare di una realtà vitivinicola che mi ha colpito non solo nel calice, ma soprattutto nella capacità di comunicare i propri valori. Un territorio che si percepisce già dall’etichetta: qui la modernità lascia spazio alle radici culturali, raccontate con chiarezza, senza fronzoli né fraintendimenti. Sto parlando della famiglia Puddu, che a Oliena (Nuoro) ha saputo trasferire nel vino la forza del territorio, unita all’espressività delle icone artistiche locali, come i costumi tradizionali, trasformando ogni bottiglia in un autentico racconto identitario.

Il Nepente di Oliena, storica espressione del Cannonau, è il filo conduttore di Iolei, la realtà guidata dalla famiglia Puddu a Oliena. Le origini del vitigno risalgono al Cinquecento, quando i Frati Minori portarono le prime viti, poi sviluppate dai Gesuiti. Una storia celebrata anche da Gabriele D’Annunzio, che nel 1909 dedicò al Nepente pagine memorabili, riconoscendone la capacità di catturare lo spirito del territorio.

Oggi il progetto prende forma con Antonio Puddu, enologo cresciuto tra i filari di famiglia e formato tra San Michele all’Adige e Torino. Dal 2015 guida Iolei, affiancato da Salvatore Puddu, custode delle vigne, Chiara Puddu, che unisce competenze economiche e promozione territoriale, e Sara Puddu, enologa che introduce nuove linee come la produzione senza solfiti. Le etichette, curate da Simona, raccontano visivamente le radici e la storia del territorio, mentre Luisella accoglie gli ospiti guidandoli tra degustazioni e prodotti locali.

I vigneti, distribuiti tra 180 e 650 metri, beneficiano delle escursioni termiche del Monte Corrasi, che favoriscono aromi e struttura. Le esperienze in cantina permettono di scoprire il Nepente in tutte le sue declinazioni: dalla versione classica a quella senza solfiti, fino alle selezioni più ricercate.

(Il metodo di valutazione rispecchia le caratteristiche del vino assaggiato in quel momento, le impressioni organolettiche ed emozionali dello stesso, del tutto soggettive e legate al gusto di chi lo ha assaggiato)

Vostè 2024 
Rubino scarico. Al naso si presenta fresco e accogliente, evocando ricordi di gioventù: note di garofano e rose, ciliegie e ribes nero, con eleganti richiami di grafite e salmastro. In bocca si distingue per ingresso raffinato e piacevole, con un ritorno armonioso del frutto e una succulenza notevole. Finale lungo e gastronomico, con una parte vellutata che avvolge il palato.

Iolei 2023 
Rubino scarico. Al naso si mostra composto e fine, con petali di rosa che si affiancano a ciliegie e visciole, e delicati richiami alla scorza di agrumi e alle spezie bianche. In bocca è sincero e dinamico, con la centralità della frutta che emerge in tutta la sua espressività. Finale leggermente amarognolo di pompelmo. Da attendere per esprimere appieno il suo potenziale.

Liju 2024 
Rubino compatto. Al naso la frutta si presenta fragrante, con predominanza di mirtilli neri e altri frutti di bosco, note mentolate, more e prugne, chiuse da un finale di spezie bianche. In bocca l’ingresso è teso e vibrante, ancora leggermente aggrappante: la frutta è coperta dal tannino verde, che richiede tempo per integrarsi pienamente.

Hospes Riserva 2022 
Rubino brillante con riflessi porpora. Al naso si apre con una tessitura fruttata di grande finezza, che spazia dal ciclamino alla ciliegia, dall’amarena all’arancia sanguinella e al ribes nero. In bocca mostra piena armonia, con un perfetto equilibrio tra note sapide e freschezza. Il sorso è lungo e sostenuto, con un frutto sempre vivo. Elegante, autentico e di grande piacevolezza.

I loro vini mi hanno davvero incantato: puliti, riconoscibili e capaci di raccontare un luogo senza sovrastrutture. Ed è bello trovare ragazzi giovani che portano avanti i valori di famiglia, credono nel proprio territorio e si emozionano ancora davanti alle telecamere. Bello ascoltarli mentre ricordano le prime esperienze con il vino e gli incontri con gli avventori che si sono innamorati delle loro etichette. A tutti loro auguro un radioso futuro.

Milko Chilleri
Giornalista e Sommelier, da sempre attivo comunicatore di arte cultura e gastronomia. Il vino è la mia passione: un bellissimo viaggio che non finisce mai.