Nel 2024 cucinare pranzo e cena è costato molto di più alle famiglie italiane, con forti differenze tra Nord e Sud. Secondo i dati elaborati da Coldiretti su numeri Istat, la spesa media mensile per alimenti a livello nazionale ha raggiunto i 532 euro, con regioni come la Campania al vertice (635 euro) e la Sardegna all’ultimo posto (390 euro), segnando un divario di oltre 235 euro. Seguono Sicilia (599 euro), Calabria (585 euro), Basilicata (569 euro) e Molise (565 euro), tra le regioni con i costi più alti.

L’inflazione continua a incidere pesantemente sui bilanci familiari: prodotti come burro e latte hanno subito rincari significativi, mentre agli agricoltori restano margini ridotti. Secondo Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana, “il costo crescente della vita ha ridotto il potere di acquisto e spinge molte famiglie a rinunciare a prodotti di qualità, a favore di beni industriali meno salutari”.

Le famiglie toscane, pur risentendo dei rincari, restano tra le meno gravate: la spesa media per alimenti nel 2024 è stata di 519 euro al mese, al di sotto della media nazionale e al sedicesimo posto nella classifica italiana. L’incremento rispetto al 2023, quando si spendevano 505 euro, è del 3%.

In Toscana il 19% del reddito familiare va al cibo, in media 3.160 euro mensili, dove la voce più pesante resta l’abitazione (1.237 euro). L’alimentazione rappresenta la seconda priorità di spesa, con l’87% dei cittadini che privilegiano prodotti locali, spinti da salute e sostenibilità delle comunità territoriali.

Le differenze regionali evidenziano come cucinare lo stesso piatto possa costare molto di più nel Sud Italia rispetto al Centro-Nord, con un impatto diretto sul potere d’acquisto delle famiglie.

redazione rossorubino
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