Nel corso di Stappa Montespertoli, l’Associazione Viticoltori di Montespertoli ha presentato al MuTer – Museo del Territorio la nuova mappa dei vigneti realizzata da Alessandro Masnaghetti per Enogea, riferimento assoluto nella cartografia del vino. Un lavoro che vuole essere, prima di tutto, uno strumento condiviso per raccontare il territorio con maggiore coerenza e consapevolezza.

Una fotografia completa di un comune “oltre” la denominazione

La mappa è concepita come una fotografia del Comune nella sua interezza, non come semplice supporto alla narrazione di una denominazione. Dentro ci stanno la complessità viticola, geologica e storica, ma anche la presenza dell’olivo, del bosco e dei geositi, quei punti in cui la particolare geologia delle colline è visibile “a cielo aperto”.

I numeri raccontano la scala del fenomeno: con oltre 2.200 ettari vitati complessivi, Montespertoli è la sottozona più densamente vitata del Chianti DOCG e supera, per superficie vitata, tutti i comuni del Chianti Classico.

Dal lessico tecnico al racconto condiviso

Alessandro Masnaghetti, nel suo intervento, ha insistito sul tema del linguaggio: la mappa non nasce per restare appesa in sala degustazione, ma come “canovaccio comune”. Geologia, altimetria, idrografia e toponomastica diventano strumenti di racconto solo se tradotti in parole semplici e ripetibili da tutti.

In un territorio geologicamente complesso, fatto di continui passaggi tra depositi continentali e argille azzurre di origine marina, l’obiettivo non è creare nuovi tecnicismi, ma offrire punti fermi: valli, crinali, differenze di piovosità, riferimenti visivi che permettano a chi arriva – spesso per la prima volta – di orientarsi tra Lucardo, Ortimino, Anselmo, Montalbino.

Quattro settori e 18 Unità Geografiche

Uno degli esiti più concreti del lavoro è la suddivisione del Comune in quattro grandi settori e 18 Unità Geografiche (UG), individuate incrociando geologia, altimetria, corsi d’acqua e Catasto Ferdinandeo-Leopoldino.

Il settore orientale coincide, in sostanza, con l’area del Chianti Colli Fiorentini; una sottile fascia centrale segue la valle del Virginio; il versante occidentale viene ulteriormente distinto in due aree, una più vicina al crinale di Lucardo–Anselmo e una che abbraccia Ortimino e Montalbino.

La scelta di fondarsi sulla toponomastica storica – in gran parte rimasta coerente per due secoli – rende queste UG uno strumento pratico per produttori, comunicatori e operatori dell’enoturismo. Non hanno ancora un valore disciplinare, come le UGA del Chianti Classico, ma possono diventare la base per un racconto più preciso di zone e micro-aree interne a Montespertoli.

Una mappa non basta, serve una grammatica comune

La nuova mappa di Montespertoli è uno strumento potente: mette ordine, offre dati, restituisce profondità storica e paesaggistica a un territorio spesso riassunto solo nella parola “Chianti”. Ma, da sola, non basta.

Perché questo lavoro non si esaurisca in una bella tavola appesa al MuTer o nelle cantine, servirà uno sforzo ulteriore: adottare un lessico condiviso, evitare l’uso generico di termini come “territorio”, trasformare geositi e riferimenti geografici in percorsi concreti per chi visita le aziende, usare davvero le 18 Unità Geografiche nel racconto quotidiano.

Se produttori, ristoratori e comunicatori sapranno fare propria questa nuova “grammatica” del paesaggio, la mappa firmata Enogea potrà segnare un cambio di passo reale per l’identità di Montespertoli. In caso contrario, resterà un esercizio cartografico di grande qualità, ma solo parzialmente compiuto nel suo potenziale culturale e comunicativo.

Michele Nasoni
Era il 1972, annata tragica in tutta Italia per il vino, eppure nacqui io. Allevato a latte e Sangiovese, pane vino e zucchero, nel 2010, fu per me un piacere, oltre che un onore, diventare sommelier. Dal 2016 inizia a scrivere sul mio blog ed oggi eccomi qua!