L’azienda vitivinicola Poderi Arcangelo si trova a San Gimignano (SI), a poca distanza dalle torri medievali della città. Immersa tra vigneti e oliveti, vanta 24 ettari vitati coltivati con metodi di agricoltura biologica. I vigneti si trovano a un’altitudine media di 200 metri s.l.m.
I vitigni allevati sono prevalentemente autoctoni. Tra i rossi troviamo Sangiovese, Colorino, Canaiolo, Merlot e Cabernet Sauvignon; tra i bianchi, Vernaccia di San Gimignano, Chardonnay, Trebbiano e Malvasia. L’azienda dispone anche di un agriturismo con ristorante e piscina, ideale per chi ama la natura e il relax tra le colline. Abbiamo posto alcune domande ad Alberto Ciampalini.
Avete da poco ricevuto un premio con la Vernaccia di San Gimignano Madama Dorè 2024, cosa ci potete raccontare?
“Siamo naturalmente orgogliosi di questo riconoscimento. Madama Dorè 2024 nasce da una selezione attenta delle nostre uve di Vernaccia provenienti dai vigneti più antichi, arricchita da una piccola percentuale di Chardonnay, coltivate in biologico sulle colline di San Gimignano. È una Vernaccia elegante e luminosa, che riflette un’annata equilibrata. Il premio non è solo un traguardo, ma una conferma del lavoro quotidiano in vigna e in cantina, e ci motiva a investire sempre di più nella qualità e nell’identità del territorio.”
Come promuovere un approccio culturale e responsabile al vino?
“Crediamo che il vino vada raccontato per quello che è: un prodotto agricolo, frutto della terra e del lavoro umano, con una storia millenaria. Promuovere un approccio culturale significa puntare sull’esperienza, la conoscenza e il territorio. Nelle nostre degustazioni mettiamo l’accento sulla consapevolezza: assaggiare lentamente, capire da dove viene il vino e cosa racconta del vitigno, del suolo e della famiglia che lo produce. In questo modo la moderazione diventa naturale e bere un calice di buon vino torna a essere un gesto di rispetto verso sé stessi e la cultura del vino.”
In che modo comunicate i valori del territorio e della tradizione?
“Lo facciamo attraverso tre canali principali: l’esperienza in agriturismo, dove l’ospite vive la quotidianità del nostro lavoro; il racconto, con visite guidate, degustazioni e momenti dedicati alla storia di San Gimignano e della nostra famiglia; e le etichette, ispirate ai personaggi e alla vita della corte medievale, per esprimere il legame tra la Vernaccia e la città. Il nostro obiettivo non è solo vendere una bottiglia, ma far comprendere quanta dedizione, studio e passione ci siano dietro ogni vino.”
Quali innovazioni avete introdotto recentemente?
“Stiamo lavorando su diversi fronti. In vigna investiamo in pratiche sostenibili, selezioni manuali e gestione dei suoli orientata alla biodiversità. Stiamo reimpiantando un nuovo vigneto di Vernaccia per mantenere una produttività equilibrata e preservare il patrimonio ereditato. In cantina abbiamo introdotto nuovi approcci di vinificazione per valorizzare freschezza e verticalità della Vernaccia: affinamenti più lunghi sulle fecce fini, controllo accurato delle temperature e uso di nuove anfore per la Vernaccia di San Gimignano DOCG Riserva PerBruno, dedicata a mio nonno Bruno. Stiamo inoltre sperimentando alcuni legni su una piccola partita di Chardonnay. Parallelamente, stiamo digitalizzando molti processi, dalla gestione delle prenotazioni alle spedizioni internazionali, per offrire un servizio più efficiente senza perdere il rapporto diretto con i clienti. Il nostro obiettivo rimane sempre: evolvere senza snaturarci.”




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