L’impatto delle tariffe Usa continua a condizionare l’export del vino italiano. A margine del Consiglio nazionale di Unione italiana vini (Uiv), svoltosi oggi a Roma, il presidente Lamberto Frescobaldi ha richiamato l’attenzione su un quadro che richiede nuove strategie operative.
“Il problema dei dazi lo dobbiamo gestire, perché – a meno di improbabili quanto repentini cambi di rotta delle politiche Usa – con queste tariffe ci dovremo purtroppo convivere”, ha dichiarato Frescobaldi, ricordando come nel terzo trimestre il prezzo del vino italiano diretto verso gli Stati Uniti abbia subito un taglio medio del 15%, mentre quello francese è sceso del 26%. Parallelamente, i prezzi in uscita dalla distribuzione americana sono saliti di circa 4-5 punti.
Secondo Uiv, la contrazione dell’export verso i Paesi extra-Ue ha raggiunto nel terzo trimestre un -14%, con un cumulato dei primi nove mesi pari a -5,7%. “Stiamo vivendo una situazione di tensioni di mercato”, ha aggiunto Frescobaldi, stimando in circa 110 milioni di euro le perdite nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo stanziamento di 100 milioni di euro nel Ddl Bilancio per la promozione è considerato dalla federazione un segnale utile, purché il comparto resti prioritario.
Nel corso della riunione, il segretario generale Paolo Castelletti ha evidenziato le criticità del Pacchetto vino, in discussione domani a Bruxelles, e la necessità di estendere da 3 a 10 anni i vincoli temporali della misura Ocm Promozione. Castelletti ha inoltre ricordato il precedente degli espianti finanziati del 2009, definito un intervento da 1 miliardo di euro “senza successo”, ribadendo l’opposizione dell’associazione a replicarlo senza risorse aggiuntive.
Sul fronte dei vini dealcolati, Uiv attende il completamento del decreto interministeriale Masaf–Mef, fermo in Ragioneria da due mesi, ritenuto decisivo per permettere ai produttori italiani di competere con gli operatori europei che già beneficiano del Regolamento Ue pubblicato nel 2021.
