Con l’arrivo dell’autunno, stagione chiave per il vino in Corea del Sud (SE), i consumatori stanno cambiando abitudini. Le catene di minimarket più grandi, come GS25, puntano ora su qualità, trasparenza e accesso diretto ai produttori, riducendo l’attenzione esclusiva sui prezzi bassi e valorizzando etichette pregiate.

Il programma “Négociant Direct” di GS25, che consente di pre-ordinare vini rari e importati direttamente da Bordeaux (FR) tramite app, ha generato 500 milioni di won in soli sette mesi. Strategie simili indicano che i consumatori coreani sono sempre più interessati a vini premium e a un’esperienza di acquisto consapevole.

Nuovi consumatori e ritorno al valore

Il mercato coreano vede un aumento dei giovani e dei consumatori occasionali, orientati al rapporto qualità-prezzo. I vini economici restano molto richiesti: le vendite dei prodotti sotto i 30.000 won sono aumentate del 13,5% tra gennaio e settembre 2024. Allo stesso tempo, linee come “Everybody’s Wine Plus” del Kim’s Club (Seul) o il vino cileno di Shinsegae L&B dimostrano che il mercato risponde bene a vini accessibili ma ben fatti.

Francia guida il segmento premium, ma l’Italia può inserirsi

La Francia domina ancora il mercato premium: importazioni per 75,35 milioni di dollari nella prima metà del 2025, con prezzo medio più alto tra i principali fornitori. Tuttavia, il calo del valore totale del 6,47% e la crescita dei volumi indicano che i consumatori stanno anche esplorando alternative più accessibili.

Questo scenario rappresenta un potenziale importante per i vini italiani. Produttori italiani che offrono qualità, varietà e storytelling chiaro potrebbero intercettare la domanda crescente di prodotti autentici, soprattutto tra i consumatori giovani e attenti al valore. Etichette italiane che uniscono reputazione, versatilità gastronomica e rapporto qualità-prezzo possono inserirsi facilmente accanto a vini francesi e cileni nei minimarket e nei canali digitali.

Opportunità strategiche

Il cambiamento nelle abitudini di consumo suggerisce che i produttori italiani potrebbero concentrarsi su:

  • Edizioni limitate e annate selezionate, per attrarre consumatori premium.

  • Trasparenza nella filiera e nei prezzi, in linea con le strategie di GS25.

  • Comunicazione del territorio e autenticità, valori molto apprezzati dai nuovi wine lovers coreani.

In sintesi, il mercato del vino in Corea del Sud sta evolvendo verso qualità e accessibilità, aprendo nuove opportunità concrete per i produttori italiani, senza bisogno di competere solo sul prezzo, ma puntando su autenticità e valore percepito.

Milko Chilleri
Giornalista e Sommelier, da sempre attivo comunicatore di arte cultura e gastronomia. Il vino è la mia passione: un bellissimo viaggio che non finisce mai.