Crisi e rinascita: il vino tra allarmi globali e nuove opportunità

Il vino affronta una crisi mondiale ma in Italia si aprono scenari positivi per il settore.

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Difficile dare o immaginare una risposta esaustiva, mille sono le problematiche e mille le possibili soluzioni. Di certo è importante fare il punto di una situazione che non è certo rosea, ma è comunque da valutare attentamente perché si possono aprire scenari interessanti. Mentre qualcuno sottovaluta il problema asserendo che i guadagni, anche se un po’ diminuiti, sono sempre importanti, vediamo anche al di là dell’Italia quel che succede.

In Portogallo: tantissimi produttori in piazza per chiedere aiuti urgenti contro il crollo dei prezzi causato dalla sovrapproduzione di uva e contro l’aumento dei costi di produzione (Gambero Rosso).
Francia: crollano i prezzi dei vigneti, Bordeaux compresa. Il giro d’affari scende del 5% (Wine News).
Spagna: ha perso quasi 190mila aziende vitivinicole in dieci anni. Diminuiti anche gli ettari vitati (Gambero Rosso).

Inoltre, a cominciare dagli Stati Uniti, è iniziata una guerra di nuovi dazi sugli alcolici che non aiuta di certo i mercati. Almeno nel nostro Paese, anche l’inasprimento delle nuove sanzioni del Codice della Strada sembra influenzare il mercato e, soprattutto nei ristoranti, si tende a non acquistare più una bottiglia ma ci si limita a un calice di vino.

Ma non solo: anche una bevanda storica e popolare come la birra ha toccato i minimi storici in Germania (Corriere.it) e anche al di là della Manica, dove ogni giorno chiude un pub (HuffPost Italia).

Allora non solo crisi del vino. Sembra la “tempesta perfetta”, ma qualcosa non torna, perché ci sono anche tanti segnali positivi. Le famose bollicine del Nord-Est italiano hanno una continua crescita sia a livello nazionale che internazionale, con il Rosé che ha aumentato le vendite del 20% nel 2024, secondo i dati del Consorzio del Prosecco DOC. È il vino di moda del momento, più economico dello Champagne, ottimo come aperitivo e molto utilizzato nei cocktail.

Un altro dettaglio importante è questo: nel 2024, il mercato italiano del gin ha visto una crescita significativa del 15% nella produzione rispetto all’anno precedente — può essere un dato che fa riflettere. Questo trend positivo è stato evidenziato anche durante il convegno “Gli scenari del beverage e l’evoluzione della mixology” a Beer&Food Attraction (Wine.Meridian). Inoltre, il mercato del whisky in Italia valeva 58,9 milioni di euro nel 2021, con una previsione di crescita annua del 5% fino al 2027 (Businesscoot).

Quindi? I giovani sono passati direttamente dall’aperitivo al superalcolico? Non credo, ma c’è una trasformazione nelle abitudini di consumo e, come dicevamo, vere e proprie mode.

Mai come in questo momento, però, il vino ha raggiunto la massima qualità grazie alla ricerca e alla tecnologia. E grazie ai vari corsi da sommelier, alle degustazioni e alle innumerevoli visite nelle cantine, c’è stato un avvicinamento al mondo enologico con una sempre maggiore voglia di conoscenza ed esperienza da parte dei consumatori. Quindi, tutti i presupposti per un periodo positivo — almeno nel nostro Paese — ci sono.

All’ultimo evento di Vinexpoasia, dove l’area Asia-Pacifico rappresenta da sola circa il 10% dell’import di vino a livello mondiale, si prevede una crescita dell’1,5% per le bevande alcoliche, almeno per quest’anno (studio Istituto IWSR commissionato da Vinexposium).

Per i grandi gruppi, una soluzione per pareggiare i possibili mancati introiti dal vino “tradizionale” c’è: è il tanto vituperato vino dealcolato, che molti faticano ancora a chiamare vino! Certo, è un mercato difficile per il piccolo produttore, che dovrebbe cambiare tutta la filiera della produzione e scontrarsi poi con i giganti.

Ma — ed è un “ma” importante — ha quasi un miliardo (avete letto bene) di possibili clienti, cioè tutte quelle persone, anzi popoli, che non bevono alcolici: i Paesi musulmani.

Accertato questo, quali sono i possibili scenari del “vero” vino? La direzione sembra orientata verso vini di qualità, ma anche semplici e beverini, magari poco alcolici, da abbinare a piatti freddi o “mordi e fuggi”.

Con le numerose aziende blasonate e premiate, le molteplici offerte in termini di prezzo, le tante varietà di vitigni, il nostro Paese può avere chance di successo in qualunque mercato. E nonostante i gusti e le preferenze stiano cambiando, la possibilità di tante e nuove opportunità è davvero concreta.

Roberto Montelatici
Sommelier da oltre 10 anni e da sempre appassionato di vino, amo viaggiare per scoprire l'enogastronomia in tutte le sue sfumature. Dalle piccole fattorie ai grandi produttori, esploro, assaggio e racconto le loro storie attraverso le mie parole.