Il 2025 si conferma un anno d’oro per la castanicoltura italiana. Secondo gli ultimi dati, le condizioni climatiche favorevoli hanno favorito un raccolto abbondante e di alta qualità in molte regioni.
In Toscana (FI), Luca Bianchi, agronomo esperto, commenta: “Le piogge primaverili e il caldo estivo hanno garantito una maturazione uniforme delle castagne, con frutti grandi e saporiti.” La Garfagnana, il Mugello e il Monte Amiata stanno registrando incrementi produttivi fino al 40%.
Anche in Piemonte, Maria Rossi della Coldiretti Torino sottolinea: “Nel Torinese la produzione è tra le migliori degli ultimi anni, con castagne particolarmente pregiate e richieste sul mercato.”
Nonostante la crescita, i prezzi soffrono un calo significativo. La Borsa Merci Telematica Italiana segnala che le castagne di calibro medio sono passate da 4,70 a 3,90 euro/kg, con un decremento del 17% rispetto al 2024.
Il settore rimane strategico per l’economia agricola italiana. Attualmente circa 18.000 aziende agricole gestiscono castagneti su quasi 43.000 ettari, producendo oltre 50.000 tonnellate annue. Tuttavia, il fabbisogno nazionale non è ancora coperto, costringendo il Paese a importare circa 20.000 tonnellate di castagne.
Per il futuro, gli esperti come Giovanni Conti suggeriscono di puntare su modernizzazione dei castagneti e valorizzazione dei prodotti tipici, come il Marrone di Combai IGP e la Castagna del Monte Amiata IGP, per garantire competitività e identità territoriale.
Le prospettive sono dunque positive, ma richiedono strategie efficaci per sostenere un settore tradizionale che rappresenta un simbolo dell’agricoltura italiana: le castagne.
