Immaginate un angolo di Firenze dove il suono del traffico si dissolve nel silenzio della natura, dove i filari di viti crescono lentamente sotto il cielo toscano. Questo è il cuore della Vigna Michelangelo, un progetto che non è solo vitivinicolo, ma un atto di amore verso la città e la sua tradizione. Qui, nel centro urbano, Maria Fittipaldi Menarini e le sue figlie hanno scelto di riscoprire una pratica antica, riportando in vita la terra che ha visto crescere i vigneti già nei secoli passati, ai tempi dei Medici, quando Firenze era circondata da terre coltivate che definivano il paesaggio.

Sono emozionata, inizia così Maria Fittipaldi Menarini dopo aver soffiato le candeline del primo anno di vita della Vigna Michelangelo. “Sono sempre una persona positiva e penso che vada tutto bene, anche se questi non sono tempi in cui va tutto bene. Vedere questi bastoncini che avevamo piantato e che ora stanno mostrando le prime foglioline è veramente stupendo. Io credo che la terra sia la nostra vita e quindi avere dei risultati così è bello.” La sua passione per la terra traspare in ogni parola, come un filo invisibile che lega il presente al passato.

PRESSPHOTO Firenze, Villa Fittipaldi Menarini, vigna Michelangelo
Giuseppe Cabras/New Press Photo

Nel mondo frenetico in cui viviamo, dove sembra che la calma e la natura siano lontane, Maria ci invita a fermarci e riflettere: “Oggi si deve tornare alla natura, alla terra, a quello che si è dimenticato. Siamo troppo in velocità, non c’è più calma.” La Vigna Michelangelo rappresenta proprio questo ritorno alle radici, non solo come coltivazione, ma come riscoperta di un legame profondo con il territorio. Firenze, che un tempo era immersa nei vigneti che la circondavano, è ora un palcoscenico per un nuovo inizio. Un inizio che, seppur urbano, è radicato nelle tradizioni agricole della regione.

La vigna non è solo una superficie coltivata, ma una scuola a cielo aperto. Maria, con grande passione, sottolinea l’importanza di coinvolgere i giovani: “Far venire a visitare questo vigneto anche ai ragazzi dalle scuole, per vedere come cresce una vigna e come si fa il vino, credo siano cose importanti per i ragazzi.” Così, la Vigna Michelangelo diventa anche un luogo di educazione, dove le nuove generazioni possono imparare ad apprezzare la terra e le sue meraviglie.

Ogni pianta qui è trattata con cura, grazie al tradizionale sistema ad alberello, che non solo garantisce la qualità delle uve, ma permette un rapporto diretto e rispettoso con la natura. Le varietà scelte, come Sangiovese, Canaiolo, Pugnitello e Foglia Tonda, sono un omaggio alla terra toscana e alle sue tradizioni vitivinicole, con un occhio al futuro, mirando a produrre un vino che racchiuda in sé l’anima del territorio e una modernità fresca ed elegante.

La Vigna Michelangelo non è solo un vigneto, ma una riscoperta di Firenze, della sua storia e del suo paesaggio agricolo. Un invito a fermarsi, respirare e tornare a prendersi cura della terra, come i Medici facevano secoli fa. La città che vediamo oggi è anche quella dei vigneti, e Maria e le sue figlie stanno scrivendo un nuovo capitolo di questa storia, un capitolo che parla di natura, passione e sostenibilità.

Per me è un’emozione profonda sapere che in questo vigneto c’è una vite che porta il mio nome, un legame simbolico che unisce la mia storia personale a quella di un progetto così ricco di tradizione e futuro.