Molto spesso, mi trovo a navigare sul mio profilo Instagram e noto la presenza di un nuovo messaggio. Di solito, clicco sulla notifica per leggerlo e rispondere. Tuttavia, se il testo del messaggio sembra “strano” e non riconducibile alla persona o all’azienda presumibilmente mittente, capisco che si tratta di un messaggio generato da un hacker che ha rubato l’identità dell’azienda, spesso una vitivinicola. È evidente che l’azienda non dispone di mezzi efficaci per intervenire e proteggere i suoi contenuti, i follower e altro ancora.

Questo accade quando le aziende, pur producendo ottimi vini, gestiscono i social network in modo superficiale, distratto e con un approccio del tipo “se ho tempo”. Spesso, la gestione è delegata a più persone contemporaneamente con un atteggiamento del tipo “chi può, pubblichi”. Questa gestione approssimativa di uno strumento cruciale nella comunicazione è un problema comune.

Come spesso sottolineo alle aziende con cui entro in contatto, i profili social aziendali sono il primo impatto che un potenziale cliente ha con una cantina, un ristorante o un distributore. Non possono essere trattati con superficialità e senza risorse.

Ciò ci porta a un problema radicato che molte aziende affrontano, ovvero quello di relegare la comunicazione in un secondo piano, spesso senza risorse adeguate o, peggio ancora, impiegate in modo inefficace.

Infatti, sempre più spesso questi profili social diventano luoghi dove vengono condivise foto di scarsa qualità, testi poco convincenti o pieni di errori. In sostanza, si fa di tutto perché un utente interessato non riesca a comprendere nulla sull’azienda.

Inoltre, ci sono cantine che si affidano a “pseudo-professionisti” che offrono i loro servizi a prezzi molto convenienti, ma che in realtà non hanno alcuna competenza nel settore del vino o della ristorazione. Ci si ritrova quindi a consegnare la gestione dei social a persone che operano su larga scala, ma senza conoscenze specifiche.

In conclusione, il mondo dei social network è complesso e ricco di variabili. Fare comunicazione è una professione che richiede competenze specifiche, non può essere considerato un passatempo per improvvisati.