Sabato 23 ottobre l’Azienda vitivinicola Santo Stefano di Greve in Chianti ha festeggiato i sessant’anni di attività con una verticale in barricaia, una degustazione di vecchie annate – Chianti Classico 2006, 2007, 2008, 2010, 2014 (Magnum, Chianti Classico Riserva il Drugo), 2016, 2017, 2018 – e un pranzo con i piatti dello chef Matteo Caccavo dell’Osteria Il Pratellino. Otto annate alla presenza di addetti al lavoro tra cui sommelier, giornalisti e blogger del settore.

L’evento è stato introdotto e presentato da Leonardo Romanelli, noto gastronomo, giornalista e sommelier, e Giampaolo Chiettini enologo che si occupa da anni dell’Azienda Santo Stefano.

Una giornata ricca di soddisfazioni per i fratelli Bendinelli, che da anni seguono con passione la produzione dei vini della Fattoria di famiglia, impegnati costantemente in un percorso di ricerca e miglioramento dei propri vini.

Agostino, Chiara, Elena e Anna Bendinelli con l’enologo Giampaolo Chiettini

“Nostro padre Mauro Bendinelli, avvocato originario di Certaldo, ha acquistato la tenuta, composta dal borgo, il bosco con l’oliveta e le vigne, nel 1961 e nel 1963 è entrata nel Consorzio Chianti Classico, siamo orgogliosi di far parte delle aziende storiche del Chianti Classico – raccontano Maria, Chiara, Anna, Bruno, Agostino e Elena Bendinelli – Inizialmente questa voleva essere una seconda casa di vacanza, pensata anche per i nostri nonni. I vigneti fino a quel momento erano stati seguiti dai mezzadri ma con il tempo ci si è dedicato mio padre, si è rimboccato le maniche con passione, coinvolgendo tutta la famiglia. Il vino ha continuato a farlo sia sfuso che in poche bottiglie per gli amici o piccole vendite. Gestiva tutto un bravo fattore e basta. Noi fratelli siamo entrati un po’ alla volta, facendo anche altri lavori, fino a quando nel 2000 abbiamo deciso di gestire tutto noi e abbiamo fondato la società. Negli anni abbiamo reimpiantato nuovi vigneti, ci siamo inoltre occupati della riorganizzazione aziendale, con un enologo, dei tecnici che ci affiancano nel lavoro e siamo intervenuti sia da un punto di vista tecnologico in cantina, rinnovando la parte di vinificazione che quella di affinamento, ma soprattutto investendo sui vigneti. Oltre a questo, abbiamo anche puntato sulla vendita diretta e sull’agriturismo, ma anche sull’export in particolare con l’America e la Germania.”

Nel corso della degustazione guidata da Leonardo Romanelli, Giampaolo Chiettini enologo della fattoria, si è molto soffermato sulle scelte produttive sia in vigna che in cantina.

“La nostra filosofia è altamente selettiva, nel corso della vendemmia, il nostro lavoro più grande è quello dedicato alla scelta dei grappoli migliori da vinificare per le nostre etichette.” – racconta Chiettini – “Santo Stefano è una azienda di tradizione familiare che nasce in terreni che hanno storia, non ha caso il confine del Chianti definito nell’editto del 1716 di Cosimo III, troviamo indicato come confine Nord di questo territorio proprio Spedaluzzo, dove si trova la Santo Stefano. Lo stesso indicava il Chianti come un territorio dove nascono vini che potevano navigare, potevano essere esportanti insomma e quindi adatti al lungo invecchiamento, vini con stoffa e carattere.”

Le etichette di fattoria

La scelta di fare questa verticale vecchie annate, di vini di annata e non riserva (esclusa l’annata 2014), è stata la migliore celebrazione per i vini di Fattoria Santo Stefano, che si sono confermati vini che con l’invecchiamento acquisiscono caratteri identitari unici.

Molto apprezzato il menu dell’Osteria Pratellino, servito nella splendida barricaia di fattoria e composto da una squisita passata di lenticchie nostrali bio, cavoli e broccoli di stagione e cialda di pane fritta come antipasto mentre, come primi piatti, i presenti hanno potuto gustare la carabaccia di cipolle rosse toscane con ravioli alla ricotta e cipolla gratinati al Gran Mugello e un risotto alla zucca e salsiccia di cinta senese con crema di caprino e mandorle. Come secondo è stata poi servita l’arista di cinta senese con passata rustica di carote allo zenzero e, per concludere un must della cucina toscana tradizionale, ovvero una golosa zuppa inglese all’Alkermes di Firenze.

Matteo Caccavo e Francesco Carzoli dell’Osteria Pratellino di Firenze

“Per noi stagionalità e territorialità sono concetti fondamentali, dai quali non possono esimersi tutti i nostri piatti, anche quelli scelti per questa occasione speciale di cui siamo felicissimi di essere coprotagonisti. – commenta Francesco Carzoli dell’Osteria Pratellino –Ricette semplici ma gustosissime, risultato di tradizioni familiari ed esperienze personali e professionali e che mai come oggi mirano ad esaltare i veri protagonisti della giornata: i vini della Fattoria Santo Stefano prodotti con la stessa passione che noi mettiamo nelle nostre preparazioni culinarie. Abbiamo optato per un menu non banale, piacevole ed efficace, che ben si adatta alla variegata platea di invitati oltre che alle note esigenze e restrizioni alimentari”.

  • Vino, Olio e accoglienza

La Fattoria Santo Stefano, in conversione biologica dal 2020, è un piccolo borgo situato nella campagna del Chianti Classico, una delle zone vinicole più famose al mondo, a soli 20 km da Firenze.  Posta sul crinale di una collina, a due passi dal caratteristico paese di Greve in Chianti, la Fattoria che prende il nome dalla piccola chiesa ormai sconsacrata di Santo Stefano a Collegalle, è al tempo stesso agriturismo e azienda agricola di produzione di Vino D.O.C.G. e di Olio Extravergine d’Oliva.

La posizione è collinare sui 380-420 metri sul livello del mare, il clima è secco e molto ventilato, caratterizzato da inverni miti ed estati fresche. Buona l’escursione termica fra il giorno e la notte nei mesi di maturazione (settembre e ottobre).

I terreni di argilla calcareo misto con arenaria e alberese conferisce al frutto il tipico carattere minerale e asciutto del Chianti Classico della zona di Greve in Chianti. Le vigne comprendono 19 ettari, sono caratterizzate dalla presenza di Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Colorino, con un sistema di allevamento a ‘cordone speronato’, che privilegia la qualità (resa media di 65 Ql.), mentre nei vecchi impianti rimane anche ‘l’archetto toscano’, ancora invalso nei vigneti della zona e che consente una resa maggiore (80%).

Chianti Classico Santo Stefano

L’Olio Extravergine di Oliva è ottenuto con la spremitura a freddo di olive prodotte da piante di varietà Frantoio, Moraiolo, Leccino. Stiamo parlando di circa 4.000 piante allevate a vaso policonico e distribuite su 20 ettari di terreno. La raccolta, fatta esclusivamente a mano (brucatura) avviene solitamente nel mese di novembre.

Le olive, il giorno stesso in cui vengono raccolte, vengono trasportate al frantoio per essere sottoposte a una meticolosa frangitura e gramolatura. L’ultimo passaggio è l’estrazione dell’olio a freddo.

È possibile alloggiare in una magnifica villa con piscina e giardino privato che può ospitare fino a 14 persone o prenotare uno degli appartamenti con vista sulla grande piscina incastonata nel verdeggiante bosco.

Gli alloggi sono ristrutturati secondo lo stile rustico toscano, con un arredamento semplice e funzionale che richiama la tradizione.

L’impegno più grande della famiglia Bendinelli è negli anni quello di mantenere inalterate le peculiarità di questo borgo storico immerso nelle colline del chianti, nel rispetto della biodiversità e del perfetto equilibrio tra natura e tecnologia.

“Questi posti vanno veramente vissuti, gli ospiti si sentono parte di un contesto e hanno voglia di prenderne parte in tutti i sensi – proseguono Elena, Chiara e Agostino – Il taglio del nostro agriturismo è molto familiare, il visitatore qui trova sempre una persona che lo accoglie e gli trasmette del calore”.

Con la vendemmia di quest’anno sono arrivati in produzione anche i nuovi vigneti impiantati nel 2018, questo ha permesso ai fratelli Bendinelli di pensare alla produzione di una nuova tipologia di vino: si tratterà infatti di un nuovo IGT di fascia alta, che andrà a celebrare il 60° anno di attività della Fattoria Santo Stefano.

Elena, Agostino e Chiara Bendinelli in barriccaia