Corale Syrah: l’armonia rossa di Poggio alle Monache

Dalle colline senesi un rosso essenziale e nitido, adatto anche a cucine moderne e piatti dal gusto deciso.

15

Un tetragramma in etichetta richiama subito un linguaggio antico: quello del canto gregoriano, dei monaci, della forma rigorosa. È un segno grafico che invita all’ascolto, e nel caso di Corale, Syrah in purezza della cantina Poggio alle Monache a Chiusure di Asciano (Siena), anche all’assaggio attento. Il legame con la vicina Abbazia di Monte Oliveto Maggiore non è solo estetico: c’è coerenza tra immagine e contenuto.

Il vigneto si trova a 475 metri sul livello del mare, su suoli ricchi di tufo, argille, sabbie marniche e pietrisco. La vinificazione rispetta tempi e natura: fermentazione spontanea, lunga macerazione di circa 20 giorni, poi affinamento di 18 mesi tra tonneaux nuovi e vasche in cemento, completando anche la malolattica, prima di un ulteriore riposo di 4 mesi in bottiglia.

Il risultato è un rosso sobrio, preciso, mai eccessivo. Al naso emergono mora di rovo, pepe nero e un accenno cipriato, quasi polveroso, che dona finezza. In bocca si muove con equilibrio, ha buona materia ma non sovrasta: preferisce la misura alla potenza.

Tradizionalmente si abbina bene alla selvaggina o a carni rosse, ma mi ha convinto anche con piatti più attuali: tataki di manzo, hamburger gourmet con riduzione di vino rosso, ma anche con una melanzana affumicata con tahina e sumac, per un accostamento vegetale non banale. La sua struttura permette abbinamenti moderni, a patto che ci sia profondità di gusto.

Corale è un vino che non cerca l’effetto, ma accompagna con passo sicuro. Ideale per chi apprezza i rossi autentici, ben fatti e capaci di stare al passo con una cucina contemporanea.