Comunicare? intenzioni e parole in confusione

Perché il 50% delle aziende toscane preferisce agenzie esterne per la comunicazione?

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È con grande dispiacere che mi trovo a dover affrontare un tema spinoso, ma purtroppo sempre attuale nel panorama della comunicazione: l’eccessiva diffusione di inesattezze nei comunicati stampa. Come direttore di un giornale che valorizza la precisione e l’accuratezza dell’informazione, non posso ignorare il problema quando si tratta della mia amata regione toscana e del suo prestigioso settore vitivinicolo.

Essendo io stesso un fiero toscano, non posso fare a meno di notare quanto sia cruciale che la nostra regione venga rappresentata nel modo più corretto possibile. Sono costantemente vigile affinché ogni dettaglio, dalle denominazioni ai vitigni, sia comunicato con precisione e rigore giornalistico.

Tuttavia, mi trovo spesso a confrontarmi con comunicati stampa che trascurano questa fondamentale premessa. E il motivo di tale negligenza sembra essere l’origine stessa di tali comunicati: spesso provengono da uffici stampa esterni alla regione, privi di un legame diretto e di conoscenza approfondita del territorio toscano.

Questo solleva una domanda doverosa: perché le aziende rinomate, i consorzi e i grandi gruppi toscani si rivolgono a comunicatori esterni anziché valorizzare le professionalità presenti nel loro stesso territorio? È forse una mancanza di fiducia nelle competenze locali, o un’errata convinzione che le grandi agenzie possano offrire un servizio migliore?

Credo che sia giunto il momento per le aziende toscane di ogni settore di riflettere seriamente su queste scelte di comunicazione. Forse è arrivato il momento di guardare con più attenzione al proprio “giardino” o “vigneto”, piuttosto che cercare soluzioni altrove. La nostra regione è ricca di talento e competenze, e spesso la soluzione migliore è proprio sotto i nostri occhi.