La 31ª edizione di Benvenuto Brunello si è svolta dal 11 al 20 Novembre scorso, nell’ormai collaudato format slegato dalle Anteprime di Toscana, in anteprima l’annata 2018 e la riserva 2017. Inizio subito con alcune precisazioni, le considerazioni che mi sono fatto sono viziate da una parzialità negli assaggi, il tempo a disposizione per questi è stato davvero poco (e ne parlerò in seguito) forse non consono a professionisti che hanno responsabilità editoriali come la mia, ma questo è!

La vendemmia 2018, quattro stelle

Dopo la torrida annata 2017, che ha causato non pochi problemi alla vite, le piogge di fine 2017 e primi mesi 2018 sono riuscite a ripristinare una buona riserva idrica nei terreni. In primavera le viti sono partite in modo omogeneo grazie anche alle temperature molto alte, che hanno permesso un buon sviluppo della vite stessa. Le abbondanti piogge del mese di Maggio, nel corso della fioritura, ha creato alcuni problemi in diversi areali, mentre i mesi di Luglio e Agosto sono trascorsi con temperature fresche e alcune piogge, con conseguenti difficoltà sanitarie affrontate durante tutta l’estate. A Settembre ancora piogge che hanno creato qualche allarmismo, ma l’importante selezione ha consentito di raggiungere una qualità media alta.

In alcuni assaggi ho trovato la gestione del legno discutibile: liquirizia, sentori balsamici e vaniglia hanno, in alcuni casi, sovrastato un frutto, che forse in una annata come quella 2018 andava gestito con più delicatezza.

Chi ci è riuscito ha trovato quell’equilibrio che inquadra l’annata 2018 tra quelle più gastronomiche degli ultimi anni: vini non troppo strutturati, ma di grande eleganza e piacevoli da bere, una annata dove il produttore emerge in modo inequivocabile.

A differenza di annate come la 15 o la 16, dove fare del buon vino era sicuramente più facile, nella 18 si afferma con vigore chi ha scelto l’immediatezza di beva e coloro, per contraltare, che hanno intrapreso un percorso più dinamico e impegnativo, dove il vino è stato progettato per un percorso più lungo.

Quello che posso certamente dire è che a Montalcino, sta emergendo una nuova generazione di giovani e giovanissimi produttori, uomini e donne dalle grandi idee e dalla preparazione impeccabile, e che stanno gettando le basi per il Brunello del futuro. Questo è davvero un bel segnale, forse il più bello.

NOTE DI DEGUSTAZIONE:

(Il metodo di valutazione rispecchia le caratteristiche del vino assaggiato, le impressioni organolettiche ed emozionali dello stesso, del tutto soggettive e legate al mio gusto)

Camigliano

Frutto e materia ancora in definizione accompagnato un sorso da risolvere. Da risentire.

Agostina Pieri  ⭐

Naso di polpa croccante, pulito ricco di aromi vegetali, il sorso è convincente, dritto e di sostanza, dove l’arancia rossa chiude il calice.

Argiano

Classico nel suo avanzamento olfattivo, l’eleganza e la finezza caratterizzano un sorso morbino e sottile.

Armilla

Timido ma delicato al naso, i fiori e la tostatura anticipano un sorso di buona freschezza e materia. Il tannino racconta un vino che avrà storia.

Bonacchi

Naso convincente e ricco precede un sorso fine ma pulito. Tannino ancora da svolgere.

Campogiovanni

Sottobosco e liquirizia spingono un sorso fresco e materico, tannino ancora scalpitante.

Caprili

Precisione e sapidità anticipano un sorso dallo stile classico ma convincente.

Cencioni

Stuzzica al naso, palato ancora leggermente graffiante, ma di buona sostanza.

Podere Brizio

Finezza di naso e stile classico giocano con un calice distinto e di materia.

Talenti

Ampio e variegato, un calice comunque misurato e sincero.

Tiezzi

Vaniglia e cannella accompagnano un sorso appagante. Tannini da risolvere.

Renieri

Profumi e sostanza, cioccolato e caramello. Sorso ancora scomposto.

Castello Romitorio

Naso preciso, terziario di grande presenza, quasi coprente. Sorso di carattere e vigore, un brunello classico classico.

Poggio di Sotto ⭐⭐

Di sostanza e carattere, frutto carnoso accompagnato da note di caffè, liquirizia e incenso. Un calice di peso e lunghezza che regala profondità e sapore.

Albatreti ⭐⭐

Riconoscibile e moderno, all’ampio bouquet risponde un calice che convince per potenziale e longevità. Tannini da affinare.

Bellaria ⭐⭐

Una interessante pulizia di naso accompagna un sorso dallo stile classico e pulito, un calice di eleganza e purezza.

Belpoggio ⭐⭐

Vibrazioni terziarie, materia intensa e croccantezza di frutto anticipano un calice di spiccata eleganza. Tannino ancora da svolgere.

Canalicchio di sopra ⭐⭐

Purezza, sostanza e profondità: mora e sottobosco accompagnano un calice di buona profondità e eleganza.

Caparzo ⭐⭐

Ricco al naso, fiori e frutti si abbracciano in un piacevolissimo walzer. Il sorso sorprende per eleganza ed intensità.

Col d’Orcia ⭐⭐

Un calice che convince per stile e modernità, al palato è costante e restituisce emozioni e soddisfazione.

Col di Lamo ⭐⭐

Terziario convincente accompagnano amarilli e more mature, il sorso appaga e piace.

Fanti ⭐⭐

Naso ricco, al bouquet di grande ricchezza seguono liquirizia e incenso. Attacco di buona morbidezza seguito da una spinta incredibile. Lungo e di buona costruzione materica.

Sasso di Sole ⭐⭐

Pulizia e tipicità di carattere si sposano ad un calice di elegante classicità. Sorso di importante persistenza e dinamismo. Già bevibile.

Pacenti ⭐⭐

Naso pieno e dal grande carattere originale, sorso vibrante e di ottima materia, sempre croccante. Ottimo rispetto del frutto.

San Guglielo ⭐⭐

Composto e compatto, frutto e sostanza nel suo stile più classico e austero. Palato di grande soddisfazione e succosità. Chiude con richiami al cioccolato.

La Gerla ⭐⭐

In primo piano il frutto: mirtilli neri e amarene vestite di eleganti note terziarie. Sorso convincente che richiama minerali.

La Magia ⭐⭐

Frutto viola, fiori rossi e mirtilli raccontano un vino fresco e giovane, tannino da evolvere.

Pietroso ⭐⭐

Amarena e mirtilli in primo piano, accompagnano un calice croccante e di grande piacevolezza. Fresco.

Cipresso ⭐⭐

Nipitella e sentori balsamici accompagnano un calice che si distingue per profondità e freschezza. Pulizia e classicità.

Fattoria dei Barbi ⭐⭐

Naso preciso racconta un frutto di sostanza e materia, accompagnato da un terziario mai troppo spinto. Al palato soddisfa, ancora da evolvere il tannino.

Fattoria dei Barbi vigna del fiore ⭐⭐

Fiori rossi e caramello spingono un calice di eleganza distinta e mineralità, il tannino ancora dinamico ci racconta un grande potenziale evolutivo.

Capanna ⭐⭐

Un calice sicuramente classico: frutta scura e aromatiche anticipano un sorso di ottima freschezza. Calice che risolve bene.

Altesino ⭐⭐⭐

Frutto definito accompagnato da accese note floreali, palato di grande piacevolezza e compostezza, un vino gastronomico per eccellenza.

Sanlorenzo ⭐⭐⭐
Pulito e sincero: amarena e sottobosco sono avvolte da cannella e note di rosmarino. Palato di soddisfazione e materia, parte tannica ancora da risolvere.

Sasso di Luna ⭐⭐⭐

Il carattere minerale accompagna un frutto sempre preciso e rispettato, seguono note di humus avvolte da sentori di eucalipto. Un Calice sincero, pulito e di incantevole persistenza, che chiama il sorso in modo fantastico.

Lisini ⭐⭐⭐

Fiori e freschezza, pulizia e vigore, un naso di incredibile precisione e ricchezza. Segue un sorso ricco e gustoso. Un signor vino.

La Fornace ⭐⭐⭐

Frutto preciso e convincente gioca con un terziario mai sovrastante. Palato di sostanza e scorrevolezza, il frutto rosso sempre in primo piano e di piacevole croccantezza. Bello e moderno.

Silvio Nardi ⭐⭐⭐

Naso brioso: fiori rossi, marasca e note di caramello. Sorso davvero succoso, vibrante e di buona lunghezza. Un vino di soddisfazione.

Cinelli Colombini ⭐⭐⭐

Frutto e pulizia al primo posto, raccontano un calice felice, moderno e preciso, dove la freschezza la fa da padrone.

Sesta di sopra ⭐⭐⭐

Naso vivace, arance rosse sono avvolte da spezie esotiche. Sorso convincente e di buona eleganza, piacevolmente amaricante sul finale. Buona lunghezza e struttura.

Veniamo alle note dolenti!

E’ sentire abbastanza diffuso che la gestione degli inviti stampa sia un punto sofferente di questa manifestazione, l’augurio è che per i prossimi anni, venga svolto un lavoro di reale valutazione del professionista da invitare, piuttosto che avviare un semplice copia incolla di indirizzari quantomeno da aggiornare. Il giornale che dirigo si distingue per precisione e puntualità, chi ha interesse qui trova articoli e recensione sul Brunello risalenti già al 2015, con relative visualizzazioni pubbliche.

Mi permetto inoltre di suggerire che forse è inutili protrarre una manifestazione per una settimana, quando coloro che hanno la possibilità di essere “accolti” nell’olimpo solo negli ultimi giorni in programma, trovano poco più della metà dei vini disponibili.

Concludo dicendo il tempo riservato alla degustazione (3 ore scarse) dedicato sia a me ma anche ad altri colleghi giornalisti accreditati (almeno quelli che si sono presentati), non può essere considerato in nessun modo sufficiente per poter avere una panoramica completa dell’annata, figuriamoci delle riserve.

Spiace molto, che un consorzio così blasonato come quello del Brunello di Montalcino, equipari il tempo di un professionista, che ha responsabilità editoriali, a quello di un pur rispettabile appassionato di vino.