Volterra è famosa per il museo etrusco Guarnacci, per il teatro romano e a brevissimo anche per l’anfiteatro romano, appena scoperto. L’alabastro volterrano è da sempre ambito, pregiato e riconosciuto in tutto il mondo. L’antica piazza medioevale, con il palazzo comunale e tutti gli altri palazzi adornati dalla cinta muraria, è simbolo di una ricchezza e di un passato glorioso che osò sfidare i Medici e che tutt’ora attira turisti da ogni dove. Gruppi di millennial invece girano per i vicoli del centro cercando e mirando scorci visti nei film della saga “Twilight” in cerca del selfie da milioni di “likes”.

E il vino?

Nelle campagne circostanti ogni podere aveva i suoi filari di viti e produceva il suo vino, da condividere in mezzadria con il padrone e da mettere sulla propria tavola, perché non si può mangiare bene se non si è bevuto bene!

Certo era un vino “schietto e sincero”, da tavola, gli eno-giornalisti bravi, lo etichetterebbero con un “gastronomico”, nei filari non c’erano vitigni prestabiliti, riconosciuti e riconoscibili, la maggioranza era sicuramente Sangiovese, ma il resto era uva, qualsiasi, sia a bacca bianca che rossa, buona da spremere per fare quantità.

Dal dopoguerra in poi, con lo spopolarsi delle campagne c’è stato un progressivo abbandono dei terreni e delle vigne, che solo negli ultimi 20/30 anni circa, con il fenomeno dell’agriturismo, ha cominciato a riprender vita e forma, apportando nuova linfa vitale.

Sono nate cinque cantine, riunite nell’Associazione Vignaioli Volterra, ognuna con la sua personalità ed ognuna espressione del territorio così frastagliato ed eterogeneo. Si passa dalla fine sabbia con ciottoli e fossili alla impenetrabile argilla blu con blocchi di alabastro e vene di salgemma.

Pur essendo nel cuore della Toscana, con a ovest Bolgheri e i suoi internazionali, a est confina con la Vernaccia di San Gimignano e tutt’intorno accerchiata dalle invincibili DOCG “sangiovesiste”, a Volterra, ogni realtà enologica ha la propria identità, fuori da ogni disciplinare.

L’unico aggettivo condivisibile e comune per i vini prodotti a Volterra è “anticonformista” che rispecchia in pieno l’animo etrusco plasmato nei secoli, forgiato dal “sacco fiorentino” e arroccato da ben due cinte murarie.

Non vedrai mai un volterrano in ginocchio, caso mai lo vedrai in piedi con le gambe piegate.

Le cantine dell’Associazione Vignaioli Volterra sono:

Podere Marcampo:

Giusto alle Balze Merlot 100%, Severus Sangiovese 100%, Marcampo 50% merlot 50% Sangiovese, Genuino 80% sangiovese 20% Merlot, Terra Blu 100% Vermentino

Terre de Pepi:

Permeglio 100% Sangiovese, Rogaio 50% Sangiovese, 30% Montepulciano, 20% ciliegiolo, Biancà 100% Vermentino

Rifugio dei Sogni:

Divo Vermentino 100%, Incanto Cabernet Sauvignon 100%, Armonia Sangiovese, Montepulciano, Foglia Tonda, Goccia Volterrana Sangiovese, Cabernet, canaiolo, Alter Ego Chardonnay 100%, Anima Cabernet Sauvignon 100%, Diesis Merlot 100%, Intensivo Sangiovese 100%, Allegria (metodo classico) Chardonnay 100%, Metodo classico 100% Raboso dal peduncolo rosso

Podere il Mulinaccio:

08.07.06 Vermentino 100%, Cosimino Sangiovese 100%, Nero di Cosimo 95% Sangiovese, 5% Colorino

Monterosola:

Mastio 100% Sangiovese, Crescendo 100% Sangiovese, Corpo Notte Sangiovese 70%, Cabernet Sauvignon 30%, Canto della Civetta Merlot 100%, Indomito Syrah 75%, Cabernet Sauvignon 25%, Per Terras Cabernet Franc 100%, Cassero Vermentino 100%, Primo Passo Grechetto, Manzoni bianco, Viognier, Per Mare viognier 100%