Come riportato sul sito di Federvini secondo il rapporto dell’ Associazione Italiana Turismo Enogastronomico è il vino il primo motore dei viaggi verso l’Italia. Il settore ha superato la pandemia con una crescita del 2%, nel biennio appena passato, nel numero di aziende con coltivazione di uva e confermandosi nelle prenotazioni online delle esperienze una discriminante fondamentale. È Roberta Garibaldi l’autrice dell’ultimo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano dove si evidenzia anche il potenziale inespresso di molti territori.

Prendendo in esame il portale Tripadvisor si nota come il 6% delle prenotazioni effettuate con destinazione Italia riguardava le degustazioni e i magnifici tour in cantina lungo tutto lo stivale. In modo particolare nel 2021, in primis in Toscana e in Piemonte, le proposte a tema enogastronomico più vendute sono appunto quelle a tema vino.

“Emergono decisi segnali di ripresa dopo un biennio difficile – racconta Roberta Garibaldi. L’obiettivo per il prossimo futuro è generare valore economico e nuove opportunità per le destinazioni, puntando su sostenibilità, innovazione ed esperienzialità”.

I nuovi trend evidenti in questo nuovo rapporto sono molti:

  • I prodotti certificati in Italia sono di più che in qualsiasi altro paese europeo, infatti abbiamo 814 a novembre 2021 (315 agroalimentari e 526 vinicoli), con tre nuovi prodotti IG nel 2021. Questi numeri senza ombra di dubbio attraggono i turisti che privilegiano l’esperienze enogastronomiche e le aziende hanno posto sempre più l’attenzione sull’importanza dell’offerta locale, per tantissime realtà ormai è chiaro come la chiave del successo sia la valorizzazione delle materie prime del territorio.
  • In Italia si dà sempre più spazio anche all’agricoltura biologica, infatti la superficie destinata a queste coltivazioni è sempre maggiore, il tasso di crescita complessivo è del +109% nel periodo 2010-19 per la vite e del +95% nel 2010-18 per l’olivo.  I turisti queste scelte con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica le vedono come un valore aggiunto fondamentale.
  • Un settore che negli ultimi periodi ha invece subito una crisi è senza dubbio quello dei birrifici artigianali italiani che nel 2020 aveva vissuto un vero e proprio anno nero. Avevano perso infatti in 12 mesi 85 unità produttive tra micro-birrifici e brew club, la causa maggiore di queste perdite era stato il blocco dell’HoReca. Nel 2021, soprattutto nel primo periodo dell’anno, la decrescita è continuata ma la crisi ha stimolato una riflessione sul possibile connubio tra turismo e birra, prendendo spunto da altre nazioni come la Germani, il Belgio e gli Stati Uniti dove questa idea ha portato già i suoi frutti.
  • Le Strade del vino e dei sapori presenti sul territorio nazionale sono un elemento che aiuta tantissimo la crescita del settore. Nate come elemento di richiamo “a quattro ruote”, questi percorsi hanno enormi potenzialità di crescita con la nuova mobilità sostenibile, realizzabile attraverso investimenti pubblici per la creazione di piste ciclabili e sentieri che portano il turista enogastro a scoprire, camminando o pedalando, gli angoli e le realtà più affascinanti del territorio, utilizzando mappe digitali con relativi punti di interesse, tra cui cantine, malghe, fattorie e luoghi di ristoro e pernottamento.
  •  L’Italia è leader in Europa davanti a Spagna (107) e Francia (88) per quanto riguarda i Musei del Gusto avendone addirittura 129, l’assenza di un museo di rilevanza nazionale però è una pecca che andrebbe rivista. I recenti annunci di musei nazionali del gusto potranno colmare questo gap. I poli museali legati ai prodotti tipici, se riconfigurati come spazi poli-funzionali che possono favorire la scoperta del territorio, diventano punti di interesse e strumento di informazione per il visitatore. Esistono, tuttavia, diversi limiti alla fruizione e alla valorizzazione di questi asset. C’è un forte gap digitale secondo il Rapporto: solo 36 musei su 129 hanno un proprio sito web e la visita virtuale, che è sicuramente uno strumento efficace per attrarre, è quasi sempre assente o inefficace.
  • La cerca e cavatura del tartufo in Italia è entrata a far parte del patrimonio Unesco alla fine del 2021.  Ottenere il riconoscimento Unesco, per un territorio, comporta riconoscibilità e un forte richiamo turistico, ma anche la consapevolezza della tutela di quello che, a tutti gli effetti, si presenta come un patrimonio di interesse sociale.
  • C’è da segnalare il saldo negativo tra nuove imprese e cessazioni e il calo del fatturato, questo indica che la crisi non è ancora passata, ma possiamo notare come ci sia una crescita del numero di aziende (+1%) e anche la creazione di nuovi format come home delivery, degustazioni digitali e video-ricette con gli chef, temporary restaurant negli alberghi e cene in presenza, tutti questi elementi sono senz’altro elementi che mostrano il dinamismo di tutto il settore che sicuramente è alla ricerca anche di nuove dimensioni.
  • La capacità di unire il benessere psico-fisico e il gusto, aggiungendovi la piacevolezza dei luoghi rurali italiani, ha dato impulso al comparto agrituristico. È cresciuto il numero di aziende, in particolare quelle che offrono proposte di degustazione (+8%) e di altre attività, soprattutto all’aria aperta (+10%).
  • PugliaCampania Sicilia valorizzano le risorse enogastronomiche del territorio nonostante a livello socioeconomico tendenzialmente hanno un ambiente meno favorevole rispetto alle regioni dell’Italia centro-settentrionale(Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio). Le “mappe di competitività” elaborate nel Rapporto fanno emergere un’Italia a differenti velocità quindi.