Nonostante un contesto internazionale complesso segnato da instabilità geopolitica, tensioni commerciali e incertezze economiche globali, il settore vitivinicolo italiano si dimostra resiliente. È quanto emerge dal VII Annual Report 2025 di Valoritalia, la principale società di certificazione del comparto enologico, che ha certificato nel 2024 ben 219 denominazioni di origine, rappresentando da sola il 56% della produzione nazionale di vini di qualità, per un valore complessivo superiore a 9 miliardi di euro.

Un 2024 solido, ma non brillante

“Il 2024 è stato un anno di consolidamento, non brillante ma comunque positivo” ha commentato Giuseppe Liberatore, Direttore Generale di Valoritalia. I numeri parlano chiaro: 2,019 miliardi di bottiglie certificate e immesse sul mercato nel 2024, in lieve flessione (-0,46%) rispetto al 2023 ma superiori del +1,4% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

Un dato che assume maggiore rilievo se confrontato con il pre-Covid: i volumi restano stabilmente elevati, mantenendo i livelli record raggiunti nel 2021 grazie al boom dei consumi durante la pandemia, con oltre 110 milioni di bottiglie in più rispetto al 2019. Un segnale, secondo Liberatore, della “tenuta competitiva del sistema vitivinicolo italiano anche in momenti difficili”.

Variazioni per tipologia: rosso in calo, bollicine in volo

Il report evidenzia uno spostamento nelle preferenze dei consumatori:

  • Le denominazioni a prevalenza rosso segnano un netto calo: -6,8%.

  • Gli spumanti, invece, continuano a crescere: +5%.

  • Le DOCG perdono terreno per il terzo anno consecutivo: -2,3%.

  • Le IGT calano del 6,3%, dopo il balzo record del +16,5% registrato nel 2023.

  • Le DOC (Denominazioni di Origine Controllata), che rappresentano il 58% del valore del vino certificato, mostrano invece una dinamica positiva con un +2,7%, raggiungendo un valore complessivo di 5,35 miliardi di euro.

“Questi numeri segnalano un riallineamento tra offerta e domanda, in cui il valore storico delle denominazioni non basta più. Serve intercettare dinamiche di consumo orientate alla versatilità”, ha dichiarato Giuseppina Amodio, Direttrice Operativa di Valoritalia.

Denominazioni: la forza (e il limite) della frammentazione

Uno degli aspetti più interessanti dell’analisi riguarda la distribuzione dimensionale delle denominazioni:

  • Le prime 20 denominazioni certificate da Valoritalia rappresentano l’86% del vino imbottigliato.

  • Le prime 40 arrivano al 95%.

  • Le ultime 139 denominazioni, pari a quasi due terzi del totale, non superano l’1,4% del volume complessivo.

Anche a livello aziendale emerge una forte polarizzazione:

  • Solo il 12% delle aziende supera i 50 milioni di euro di fatturato.

  • La stragrande maggioranza non supera il milione di euro.

“Questa frammentazione è al tempo stesso un punto di forza e una debolezza del sistema” ha affermato Francesco Liantonio, Presidente di Valoritalia. “Serve una riforma volontaria del sistema consortile, che rafforzi la rappresentanza e le capacità operative dei consorzi, molti dei quali oggi non riescono a garantire efficacemente tutela, promozione e valorizzazione delle denominazioni minori”.

Primi segnali 2025: -3,3% di imbottigliamenti

I dati preliminari del 2025 mostrano un inizio d’anno in flessione, con un -3,3% degli imbottigliamenti. La causa, secondo Valoritalia, è da ricercarsi nel clima di incertezza legato alla possibile introduzione di dazi statunitensi sulle importazioni di vino italiano, che ha portato a un rallentamento degli ordini da parte degli operatori USA.

Lo studio Nomisma-Wine Monitor: Italia vs Canada

A completare il report, l’indagine di Nomisma – Wine Monitor ha esplorato il valore delle certificazioni nella percezione di produttori e consumatori, con un focus su Italia e Canada. L’indagine si è basata su:

  • 147 imprese vitivinicole italiane

  • Oltre 2000 consumatori (metà italiani, metà canadesi)

Export e mercati emergenti

Il 47% delle aziende italiane esportatrici negli USA ha già avviato strategie per diversificare verso mercati extra-UE, in particolare:

  • Canada

  • Regno Unito

  • Giappone

Il Canada è in forte crescita per il vino italiano:

  • Le etichette italiane sono le più consumate tra quelle straniere (secondo il 51% dei consumatori canadesi)

  • Le importazioni italiane hanno toccato quota 442 milioni di euro

Comportamenti d’acquisto a confronto

  • In Italia, il principale driver di acquisto è il territorio/la denominazione d’origine

  • In Canada, conta di più il brand della cantina

Trend emergenti nei prossimi 3 anni (entrambi i Paesi):

  • Interesse verso gli spumanti: circa 70% dei consumatori

  • Interesse verso i vini low-alcol: circa 65%

Differenze:

  • I canadesi mostrano più attenzione a:

    • Rosé wines

    • Mixology (cocktail a base vino): 74% dei canadesi la ritiene una tendenza crescente, contro 56% degli italiani

    • Packaging sostenibile: il 78% preferisce bottiglie leggere in vetro (vs 65% degli italiani)

Il futuro è green (più della certificazione bio)

Le certificazioni green risultano centrali:

  • 81% dei consumatori italiani le considera fondamentali

  • 74% dei consumatori canadesi è d’accordo

  • Il 42% delle aziende italiane ha avviato progetti concreti sulla sostenibilità

  • Il 26% è già certificato con uno standard green

“La sostenibilità surclassa il biologico come driver di consumo” ha affermato Denis Pantini, responsabile Wine Monitor. I vini dealcolati, invece, non trovano ancora grande favore nel mercato italiano, mentre crescono le opportunità per le etichette a bassa gradazione alcolica.

Il vino italiano certificato si conferma un pilastro economico e culturale, anche in tempi difficili. Tuttavia, il settore è chiamato a un doppio salto di qualità:

  • da un lato, semplificare e rafforzare il sistema delle denominazioni,

  • dall’altro, intercettare i nuovi gusti e valori dei consumatori globali, che sempre più chiedono versatilità, sostenibilità e trasparenza.

Il sistema è vivo e competitivo, ma deve saper evolvere per affrontare le nuove sfide di un mercato in rapido cambiamento.