Il Consorzio di Tutela Valdarno di Sopra DOC, durante la giornata “Valdarno di Sopra Day”  dello scorso 16 maggio, ha gettato le basi per la prima denominazione completamente biologica, presentando in anteprima il logo della nuova associazione “Produttori VigneBio Valdarno”, che riunisce tutti i produttori aderenti che oggi producono da vigneti già in regime biologico.

L’approfondimento è stato accompagnato da una degustazione guidata, a cura di Jeffrey Porter, responsabile per l’Italia della rivista americana “Wine Enthusiast” dove, attraverso l’assaggio di nove vini di otto aziende del territorio, abbiamo esplorato due annate di grande spessore come la 2016 e la 2019.

La Salceta, Ruschieto – Vigna Ruschieto – Sangiovese 2019

Rappresentato da una miriade di frutti rossi croccanti, ha slancio e pulizia di beva. Scorrevole e accarezzato da una piacevole sapidità, in chiusura di sorso emerge una nota calda alcolica, ma nel complesso mostra un discreto equilibrio.

Migliarina e Montozzi – Sangiovese Riserva 2019

Profondo di note di sottobosco, humus, funghi e frutti maturi da cui emerge il territorio del Valdarno. Saporito e succoso al palato, regala una beva rotonda e fresca.

Tenuta Sette Ponti – Vigna dell’Impero Sangiovese 2016

L’annata aiuta nella tessitura di un vino di grande spessore (prodotto infatti solo in annate eccellenti), accarezzato da frutti scuri di ciliegia, prugna e lamponi per arrivare al palato con richiami speziati e accenni di cacao e caffè. Sorso caldo e precoce, ancora in viaggio verso l’equilibrio e l’integrazione completa del legno.

Fattoria Fazzuoli – Pugnitello 2019 (campione da vasca)

Vinoso e purpureo, impenetrabile e fitto di note scure: mirtilli, more di rovo, pout pourri e agrumi rossi regalano un ampio quadro olfattivo. Diverso l’attacco al palato, ruvido, dominato dal giovane e graffiante tannino che arriva fino ad un chiusura leggermente amaricante. Da riassaggiare dopo qualche mese di bottiglia per meglio apprezzarne le qualità.

Il Carnasciale – Caberlot 2019 (magnum) 

Pare che l’uva Caberlot sia un incrocio naturale tra Cabernet Franc e Merlot, piantato nel 1975.  Nel calice è impenetrabile con un bouquet scuro di sottobosco, frutti maturi e caldi, accompagnati da accenni speziati di tabacco e pepe. Bocca voluminosa e di struttura con una trama tannica tesa e definita, senza dominare il sorso. Sapore e tensione, freschezza minerale accompagnano il lungo finale.

Campo del Monte – Cabernet Sauvignon 2016

Rubino pieno e intrigante, netta la nota di iris cui seguono bellissimi richiami di frutti rossi croccanti, scorza di cedro e agrumi rossi. La salinità del sorso è molto marcata. E’ un vino voluminoso, solido, spinge in freschezza, lasciando la bocca pulita in cerca del prossimo sorso.

Petrolo Galatrona – Merlot 2016

Ricco quadro olfattivo floreale su viola e begonia, fiori scuri e frutti di bosco neri in confettura ed essiccati ampliano il bouquet. Sul palato emerge una nota smoky e sprigiona la sua gioventù in una grande potenza di sorso, in una prospettiva di lungo respiro e grande finezza.

Il Borro – Alessandro Dal Borro – Syrah 2016

Caleidoscopico nelle mille sfumature olfattive, dalle note rotonde floreali, accenni vegetali di foglie di mirtillo, mora matura, richiami di tabacco e spezie scure. Sorso profondo che parla di frutti macerati, tocchi affumicati e balsamicità che rinfresca la beva. Sapido sul palato, caldo e teso, è sorretto da una copiosa acidità che porta ad una persistente chiusura di liquerizia.

Petrolo – Boggina B  Trebbiano 2019 

Si chiude con un bianco iconico del territorio: inequivocabile la nota sulfurea a calice fermo, porta con sé piccanti tocchi di pietra bagnata, salmastro e pepe bianco. La fermentazione in legno e il bâtonnage regalano un sorso cremoso ma dinamico, in un’acidità dilagante. Salato e agrumato, la lunga beva finale ne ricama l’armonia gustativa di grande spessore.