La decisione, emessa lo scorso 21 marzo, ha valore fondamentale non solo per il caso specifico, ma soprattutto per il sistema delle denominazioni, e potrà rivelarsi dirimente anche per risolvere questioni tutt’ora in essere che vedono minacciato il Made in Italy. Nonostante le ragioni evidenti del Consorzio, l’esito non era affatto scontato, tant’è che l’opposizione presentata per bloccare la registrazione fu respinta in prima battuta.

Nel 2020 fu presentata anche un’interpellanza parlamentare da parte degli eurodeputati Paolo De Castro e Simona Bonafé, stigmatizzando la gravità dell’accaduto, ma fu ribadito in quella circostanza che il compito di giudicare il caso spettasse all’EUIPO, che si è finalmente espresso accogliendo l’appello del Consorzio. In particolare, l’EUIPO afferma la forte somiglianza dei due nomi e il rischio per il consumatore di associare erroneamente la denominazione italiana e il marchio bulgaro, ribadendo la massima tutela delle denominazioni contro ogni tipo di evocazione, come già emerso nel caso Champagne contro Champanillo.

Si tratta di una vittoria non solo per il territorio di Bolgheri, ma per l’Italia e soprattutto per l’intero sistema europeo delle denominazioni, che dopo questa decisione ne esce certamente più forte. “Ora è chiaro: non può esistere un Bolgheri made in Bulgaria”, così gli europarlamentari Paolo De Castro e Simona Bonafè commentano la decisione a lungo attesa da parte dell’Ufficio europeo dei brevetti di rigettare la richiesta di registrazione del marchio Bolgaré.

“Finalmente – proseguono i due europdeputati – è stata data risposta alle nostre preoccupazioni e a quelle dei produttori di una delle eccellenze del Made in Italy vitivinicolo più riconosciute e apprezzate a livello mondiale. Alla vigilia della presentazione del nuovo regolamento europeo sulle indicazioni geografiche, abbiamo la conferma di come il sistema di protezione europeo funzioni. Abbiamo stoppato infatti un chiaro tentativo di usurpazione commerciale da parte di un marchio bulgaro (Bolgaré) chiaramente evocativo dei vini DOC Bolgheri, ma che nulla ha a che fare con quelli che sono considerati tra i migliori vini al mondo”.