È un’esperienza totalizzante, capace di coinvolgere tutti i sensi. Una tendenza ormai diventata fenomeno, a cui il sistema delle imprese siciliane ha saputo adattarsi facendosi trovare pronto. Il turismo enogastronomico, che racchiude una vasta gamma di proposte, è oggi uno dei pilastri dell’offerta turistica dell’isola, e non si limita al lusso.
A confermarlo non sono solo le testimonianze degli operatori, ma anche i dati: un recente sondaggio SWG ha posizionato la Sicilia al primo posto tra le mete gastronomiche italiane, con una preferenza netta per il comparto dei dolci tipici. Simboli identitari e irresistibili attrattive, questi prodotti sono diventati ambasciatori del gusto siciliano nel mondo.
Certo, sono spesso gli chef stellati a guadagnarsi i riflettori, ma il percorso intrapreso dagli albergatori si inserisce in una strategia generale di scommessa sulla qualità, in atto in tutte le province. Nonostante l’assenza di dati disaggregati precisi sul valore economico del comparto, storie di successo, stime positive e una comunicazione costante confermano la leadership dell’isola nel panorama nazionale.
Questo successo nasce dall’incontro tra turismo tradizionale e filiere agricole, sostenuto anche da riconoscimenti internazionali: l’IGCAT ha nominato la Sicilia Regione europea della gastronomia 2025. Il mercato di riferimento resta principalmente quello straniero, con crescente interesse dagli Stati Uniti. Un esempio è l’evento previsto a Galati Mamertino, sui Nebrodi (Messina), inserito nel calendario ufficiale di “Sicilia Regione europea della gastronomia 2025” e mirato a rafforzare i rapporti con il pubblico americano.
Come evidenziato dall’Assessorato regionale all’Agricoltura, questo riconoscimento ha aumentato la visibilità internazionale dei prodotti siciliani. La disponibilità di materie prime di alta qualità, strettamente legate al territorio, rappresenta una leva strategica per lo sviluppo di una gastronomia che continua a distinguersi per autenticità e innovazione.