Popillia japonica, emergenza crescente nel Nord Italia

La diffusione del coleottero alieno si estende da Piemonte a Veneto, con danni economici milionari e urgente richiesta di interventi.

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La Popillia japonica, insetto alieno altamente dannoso per le colture, sta rapidamente diffondendosi nel Nord Italia, mettendo in allarme agricoltori e istituzioni. I focolai più significativi sono stati finora accertati in Piemonte, Lombardia e Veneto, con conseguenze economiche gravi per i settori ortofrutticolo e florovivaistico.

In Piemonte e Lombardia, la Popillia japonica ha già provocato danni economici superiori a 150 milioni di euro, con impatti pesanti su produzioni strategiche e rilevanti ritardi negli interventi a causa della carenza di personale fitosanitario. Solo nelle ultime settimane, il Crea di Firenze ha confermato la presenza dei primi due focolai nella provincia di Verona (VR), a Villafranca e Brentino Belluno, segnando l’espansione della minaccia nel Veneto.

Alex Vantini, Presidente di Coldiretti Verona, ha espresso preoccupazione: “Il Nord Italia sta affrontando un’emergenza fitosanitaria senza precedenti. La Popillia japonica si aggiunge a numerose altre criticità e necessita di una risposta coordinata e rapida, soprattutto potenziando gli organici degli enti fitosanitari”.

Oltre alla diffusione del coleottero alieno, il Nord Italia combatte con altre problematiche come flavescenza dorata, cimice asiatica, moria del kiwi e Xylella fastidiosa. L’aumento dei costi di produzione, la concorrenza di prodotti esteri a basso costo e le difficoltà logistiche legate all’export complicano ulteriormente la situazione.

Nel corso di un webinar dedicato all’emergenza, Paolo Frasson, Direttore dell’Unità Fitosanitaria veneta, ha illustrato le restrizioni previste in caso di conferma della Popillia japonica, quali limitazioni alla movimentazione di terreni e materiale vivaistico, già applicate in Piemonte e Lombardia. Gli esperti Stefania Isabella Lanza e Nicola Mori hanno presentato le strategie di contenimento basate su trattamenti chimici, lotta biologica e monitoraggio con trappole, sottolineando però che senza personale adeguato sul campo queste misure rischiano di non essere efficaci.

“Chiediamo alla Regione Veneto e alle altre istituzioni del Nord un rapido rafforzamento delle strutture fitosanitarie,” conclude Vantini. “Ogni ritardo si traduce in danni economici maggiori e minore competitività per gli agricoltori.”

redazione rossorubino
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