Domenica 11 Settembre presso il Museo dell’Uva in Piazza Buondelmonti a Impruneta (Firenze), è stata presentata la trentasettesima “Etichetta d’Autore”, realizzata dal pittore Roberto Panichi in occasione dell’inaugurazione della mostra personale dell’artista.
L’opera si intitola “Le Baccanti” ed è stata realizzata con tecnica mista china e tempera.
Spiega Rogerto Panichi – “In questa opera metto in evidenza la correlazione tra il mondo del vino e le feste dionisiache legate alla pianta dell’uva. Come in tutte le opere i miei lavori nascono grazie all’utilizzo di materiali sperimentali e contenuti assolutamente fluidi”.
L’Artista
Roberto Panichi è nato a Firenze nel 1937, ha fatto importanti mostre in tutto il mondo e rappresenta oggi uno degli artisti che più sanno legare la cultura antica con il nostro tempo.
Le sue opere rappresentano spesso la contemplazione del Femminile e hanno al loro interno qualcosa di regale nell’eco della loro antica bellezza.
Autorevoli critici d’arte lo hanno definito pittore “neorinascimentale”. Questo riconoscimento è una giusta attribuzione per la grandezza della sua cultura letteraria e umanistica e per la straordinaria conoscenza delle antiche tecniche pittoriche, la potenzialità nell’uso dei colori armoniosi e le limpide trasparenze. E’ “neorinascimentale” anche per il suo credere nella unicità e centralità dell’Uomo.
Milita nell’arte a partire dagli ultimi anni Sessanta accompagnando l’attività espositiva a quella di ricercatore insegnando Estetica nelle Accademie di Firenze e Macerata, quindi Teorie delle Arti nella facoltà di Architettura come visiting professor. Già nell’adolescenza rivela una spiccata tendenza al disegno espressivo e decorativo che coltiva insieme alla musica.
In Versilia, terra dei genitori, durante i prolungati soggiorni estivi, ha modo di conoscere, ancora ragazzo, il pittore Egisto Bertozzi e il poeta scultore Garibaldo Alessandrini che fanno ‘accademie’ all’aperto, come al Quarto Platano di Forte dei Marmi Roberto Longhi, Giuseppe De Robertis, Carlo Carrà, Ardengo Soffici, cui gli capita di assistere qualche volta come allievo dei primi due.
Cristina Acidini – “Gloria di colori in libertà, in apparenza, ma con la guida di un disegno interiorizzato e sublimato a livello di pensiero progettuale, di apripista invisibile per la mano che traccia, graffia, campisce. La pittura di Panichi pare infatti aver conosciuto il fuoco e ogni altro cataclisma, salvo uscirne, con la vittoria dell’arte.”
Invito i lettori a visitare la mostra di Panichi e il Museo Festa dell’Uva dove è possibile respirare il senso di un paese per il suo territorio ed il legame forte che scorre tra i due.
La personale dell’artista Roberto Panichi proseguirà fino al prossimo 2 ottobre, con orario 16-19 dal martedì al venerdì mentre il sabato e la domenica 10-12.30 e 16-19.
Insieme alla presentazione dell’etichetta, viene inaugurata la mostra personale del Maestro Roberto Panichi che è stata curata da Tullio del Bravo; le 28 opere presenti, che vanno dagli anni ’80 ad oggi, sono state selezionate dal figlio del Maestro, Leonardo Panichi, presente anche lui all’inaugurazione.
Oltre a Tullio del Bravo e a Leonardo Panichi, erano presenti il Sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei, l’autrice della Coppa della 96° edizione della Festa dell’Uva Antonella Andrei della Fornace Poggi di Impruneta e il Presidente dell’Ente Festa dell’Uva Riccardo Lazzerini insieme ai rappresentanti dei quattro rioni di Impruneta; il Sindaco ed il Presidente Lazzerini hanno sottolineato quanto sia importante questa edizione in virtù del fatto che si tratta della prima senza restrizioni dopo due anni di pandemia.
Leggo molta soddisfazione nelle parole di Tullio del Bravo quando mi racconta gli esordi dell’Etichetta d’Autore – “All’inizio mi son dovuto spendere molto per cercare degli artisti e spiegare loro il nostro progetto. Poi con il passare degli anni sono stati gli artisti stessi a proporsi” – ed infatti se scorriamo i nomi degli autori delle etichette degli anni passati troviamo nomi come: Talani, Annigoni, Folon, Scatizzi, Ciccia, Guasti, Pasquini e molti altri ancora.
Tutte queste etichette sono visibili al Museo dell’Uva e ci permettono di capire l’importanza di questa iniziativa che si inserisce all’interno della festa dell’Uva più antica d’Italia.