La delibera di approvazione, avanzata alla Giunta dalla vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, riguarda l’intero articolato del disciplinare di produzione della denominazione Chianti, che è la più vasta denominazione di origine nel panorama vitivinicolo toscano”.
“Le modifiche proposte dal Consorzio Vino Chianti che ne tutela la denominazione – afferma la vicepresidente Saccardi – sono rivolte anche a inserire nuove tipologie di prodotto, come il vino Chianti con la specificazione della sottozona “Terre di Vinci”. Modifiche che hanno avuto come obiettivo quello di semplificare le regole di produzione, renderne più agevole l’applicazione e innalzare il livello qualitativo dei prodotti. L’inserimento della nuova sottozona “Terre di Vinci” consente di ampliare ulteriormente la già vasta gamma di prodotti di cui dispone la denominazione e nasce dall’esigenza, manifestata dai produttori, di caratterizzare sempre di più un prodotto, legandolo al suo territorio di origine”.
“L’approvazione della sottozona Terre di Vinci – prosegue Saccardi – può rappresentare per le aziende e per tutti i produttori interessati, un importante riconoscimento del lavoro sinora svolto, che deve però essere ulteriormente implementato sia attraverso l’innalzamento del già ottimo livello qualitativo dei prodotti, sia attraverso l’acquisizione dell’efficace strumento di tutela e di marketing territoriale, quale l’indicazione in etichetta della sottozona”.
Ma l’introduzione della nuova sottozona Terre di Vinci non rappresenta l’unica novità. Sono infatti assai numerose le proposte di modifica approvate, tra le altre: viene modificata la base ampelografica dei vigneti atti a produrre vini Chianti, riducendo la percentuale minima del vitigno Sangiovese dal 70% al 60%, sostituendolo, per la parte ridotta, con altro/altri vitigni a bacca rossa; la base ampelografica del vino Chianti Colli Senesi, che ha un uvaggio specifico, viene uniformata a quella del vino Chianti per quanto attiene al Sangiovese ed i vitigni a bacca bianca, mentre rimane inalterata la percentuale massima di presenza dei vitigni Cabernet; vengono adeguate e riformulate le caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche dei vini all’atto dell’immissione al consumo e viene innalzato di mezzo grado il titolo alcolometrico volumico naturale minimo delle uve per alcune tipologie di prodotto.
In occasione delle consultazioni tenutesi con la filiera vitivinicola regionale non si è registrato il necessario consenso sulla proposta di inserimento della menzione “Gran Selezione”. Anche accogliendo le indicazioni del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestale, la Giunta non ha ritenuto opportuno esprimersi fino a che non sarà concluso il procedimento attivato dal Consorzio del Vino Chianti Classico per ottenere la protezione esclusiva europea della menzione tradizionale “Gran Selezione”, attualmente pendente presso lo stesso Ministero.