Nel febbraio 2014 furono 33 i primi produttori che presentarono altrettante etichette alla stampa internazionale. Oggi i produttori che hanno nel loro portafoglio prodotti il Chianti Classico Gran Selezione sono 164, e le etichette 203: una crescita costante negli ultimi anni, a testimonianza dell’ampia adesione a questo progetto da parte della base sociale.

Il 2022 è stato un anno da record per la Gran Selezione: infatti si è chiuso un segno più che positivo, con il 30% di vendite in più rispetto all’anno precedente, in un contesto di una sostanziale stabilità della denominazione. L’interesse verso questa tipologia è stato sostenuto negli anni dal lavoro del Consorzio in termini di comunicazione, scommettendo sulle potenzialità di questa tipologia come massima espressione di territorialità. Il progetto consortile della Gran Selezione andrà incontro a un’ulteriore evoluzione a breve, con l’aumento della percentuale minima di Sangiovese ammesso (da 80% a 90%), l’ammissione dei soli vitigni autoctoni come complementari e la possibilità di inserire in etichetta una delle nuove Unità Geografiche Aggiuntive.

Questo passo, molto atteso dai mercati, andrà a definire maggiormente una tipologia che si è affermata via via come motore trainante della denominazione in termini di valore percepito. L’attenzione mediatica che attraggono le etichette di Gran Selezione, da anni presenti nelle riviste di settore con i punteggi più alti, ha avuto ripercussioni positive su tutti i vini Gallo Nero. Dimostrazione di questo è la crescita congiunta della Riserva, solidalmente affermatasi in percentuali sempre crescenti dall’introduzione della Gran Selezione. In termini di volumi prodotti, la Gran Selezione si attesta stabilmente al 5% della produzione totale di Chianti Classico, ma genera un fatturato del 13% sul valore totale della denominazione. Quest’ultimo dato è in crescita del 15% rispetto all’anno precedente, inserendosi in un trend di apprezzamento della tipologia già in atto nel 2019 e nel 2021.

Andando ad analizzare in dettaglio chi siano gli appassionati della punta della piramide qualitativa del Chianti Classico, si nota subito che la domanda principale è di origine statunitense (gli USA sono il primo mercato per il Gallo Nero, 37%), senza variazioni significative in termini di volumi rispetto all’anno precedente, ma con una crescita del fatturato del 18%.  Un simile scenario lo offre anche la Svizzera, dove di fronte a un aumento dei volumi dell’8%, il valore del venduto è cresciuto di un terzo. Un caso a parte invece la Francia. Sono proprio i cugini d’Oltralpe ad aver incrementato la domanda del 50%, con una disponibilità di spesa generosa (136%).

In sintesi, sono gli appassionati dei mercati maturi, ove negli anni il Consorzio e le aziende hanno investito con continuità, grazie anche a programmi dell’Unione Europea come il fondo OCM Vino per i paesi terzi e il regolamento 1144 per il mercato europeo.

“Il successo della Gran Selezione non deve stupire”, dichiara il Presidente Giovanni Manetti, “questa tipologia, che era una novità assoluta nel panorama normativo italiano nel 2014, si traduce come massima espressione di territorialità nel bicchiere. È questo il vero valore aggiunto che il consumatore riconosce e chiede oggi. La risposta entusiasta del mercato in questo 2022 pieno di soddisfazioni è solo un passo verso una sempre maggiore sintonia tra chi è appassionato di vino e chi lo produce: l’amore e l’interesse per il territorio in cui esso viene prodotto. E la Gran Selezione sempre più rappresenta questo legame.”