Come suggerisce il titolo sono stato presi in considerazione alcuni aspetti legati al mondo del vino. Ha moderato Daniele Rossi, segretario generale di AgroNetwork, sono intervenuti:  Lamberto Frescobaldi, presidente Marchesi Frescobaldi, Emanuele Di Faustino, responsabile industria, retail e servizi Nomisma,  Federico Castellucci, presidente Federazione Nazionale Vitivinicola Confragricoltura, Guido Folonari, presidente Confragricoltura Livorno e Sara Farnetti, presidente AgroNetwork.

Lamberto Frescobaldi oltre a dare il benvenuto ai partecipanti nella sua azienda evidenzia l’importanza dei contratti di lavoro del settore agricolo e la crescente difficoltà nel trovare  mano d’opera e collaboratori e quindi suggerisce di rendere il lavoro, ove è possibile meccanizzato, e nel caso di nuovi impianti usare portainnesti resistenti alla siccità,  altro quesito importante è quello di porre sicurezza sul logo di lavoro. Gli incidenti sono molto frequenti sia nell’agricoltura sia nell’edilizia e sono i due settori più a rischio.

Emanuele di Faustino di Nomisma rimarca un trend di calo di consumi di vino che si è verificato nel 2023 e soprattutto nei paesi produttori di vino dovuto al caro vita, tuttavia, si è registrato un incremento di consumo di Prosecco sia nel Regno Unito sia in Francia,  paese che produce le bollicine più famose al mondo. Ci sono stati tagli alle bevande da parte dei consumatori, tuttavia c’è stato un incremento  nel consumo di drink mixati.

Federico Castellucci ci ha portato a conoscenza che  i Francesi hanno molto investito in Cina, mandandogli i  propri esperti enologi e molti imprenditori cinesi hanno acquistato diversi Chateau nella zona di Bordeaux per poi esportare vini francesi in  Cina. Un nuovo trend riguarda i vini dealcolati, pertanto se non iniziamo a produrli in Italia,  altri paesi produttori troveranno mercato nel nostro paese.

Guido Folonari conferma che l’aumento dei prezzi ha inciso sul calo dei consumi, e rimarca l’importanza della valorizzazione sia nelle risorse umane sia  del territorio e porta un esempio di come era l’areale di Bolgheri 30 anni fa e come è cresciuto fino ai tempi odierni. Asserisce che debbano essere i produttori ad influenzare un trend di mercato  e non viceversa.

Sara Farnetti ci ricorda un tema che è stato fortemente dibattuto qualche mese fa, sul consumo di alcool e visto che il vino contiene una percentuale di etanolo,  auspica di bere meno ma meglio, no ad abusi e a un consumo consapevole. Indicando le dosi ideali pro capite a settimana che, nostro malgrado, per noi amanti del Nettare di Bacco sono molto basse.

Alle fine dell’incontro, siamo entrati nelle sale adiacenti ove era stato allestito un ricco buffet per una deliziosa pausa pranzo e un buffet con 4 vini dei Marchesi de’Frescobaldi.
È seguita la visita nella cantina sottostante e nelle cantine del  Castello, la prima guidata da Lamberto Frescobaldi, il quale con simpatia e ironia ci ha illustrato la storia della famiglia e dettagli sui suoi vini, poi alle cantine del Castello dove affinano altri vini e vi è una collezione privata di vecchie annate di un valore inestimabile.

Il Castello Nipozzano è da secoli di proprietà di una delle più importanti e storiche famiglie, quali i Marchesi de’ Frescobaldi. Produttori di vino da oltre 700 anni e da 30 generazioni, una delle più importanti e conosciute realtà enologiche non solo nel Belpaese ma nel globo. Una roccaforte a difesa di Firenze. Le testimonianze sulla qualità del vino di Nipozzano affondano le radici al Rinascimento. Sono stati tra i primi ad aver messo a dimora varietà ai più sconosciute come Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot. Vantano numerose Tenute in Toscana e oltre al Castello Nipozzano,  le altre sono Castello di Pomino, Tenuta di Perano, Tenuta Castel Giocondo, Tenuta Luce, Tenuta Castiglioni, Tenuta Ammiraglia, Gorgona, Remole, Tenuta Calimaia, Masseto, Ornellaia e Tenuta Conti Attems in Friuli.
La gamma dei vini è molto ampia e spazia dalle bollicine ai vini da dessert,  bianchi, rosati e rossi contraddistinti dal comune denominatore della qualità. Vini di qualità accessibili e nicchie enoiche apprezzate e richieste in tutto il mondo.

I Vini in degustazione
Metodo Classico Cuvée Voyage – Pinot Noir 100%, permane sui lieviti per un periodo minimo di 36 mesi – Giallo paglierino brillante, perlage fine e persistente, al naso libera sentori di fiori di campo,  frutti di bosco e crostata di lamponi,  al palato è piacevolmente fresco e coerente,  ciò che hai percepito al naso lo ritrovi al palato,  il sorso è duraturo.

Pomino Doc 2022 Castello Pomino – Chardonnay,  Pinot Bianco ed altre uve bianche – Giallo paglierino brillante,  sprigiona sentori di pesca, mela, pera, cedro, camomilla e fiori di campo,  al palato è piacevolmente fresco, sapido e avvolgente  con chiusura lunga e duratura.

Chianti Rufina Riserva Vecchie Viti 2020 – Sangiovese e un piccolo saldo di Malvasia Nera,  Colorino e Canaiolo – Rosso rubino vivace,  al naso rivela note di frutti di bosco, pepe nero,  cannella e sottobosco,  al palato è sapido, rotondo e decisamente persistente.

Pomino VinSanto Doc 2008 – Trebbiano, Malvasia e san Colombano – Giallo ambrato intenso, emana note di datteri,  miele,  albicocca, fichi e scorza d’agrumi, al palato è piacevolmente morbido, fine ed armonioso.