Lorenzo Massart, “in Toscana si deve fare il Sangiovese!” [VIDEO]

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Ogni anno nella tenuta di Poggiotondo a Subbiano (AR) si festeggia il momento magico della vendemmia, Cinzia e Lorenzo aprono la loro azienda ad appassionati, gastronomi e giornalisti interessati a conoscere dove nascono i loro vini.

Cinzia Chiarion e Lorenzo Massart

“Molto spesso la gente fa il vino per gli amici” – racconta Lorenzo Massart, Azienda Agricola Poggiotondo – “io non l’ho fatto per gli amici, l’ho fatto per dimostrare che sono il più grande produttore di vino del mondo”

Si definisce un integralista del Sangiovese, avvocato, pittore e viticoltore puro sangue, ha costruito suo paradiso personale a Subbiano nella valle del Casentino.

“E’ un posto dove si sente la mia anima” – continua Lorenzo – “ho iniziato a fare il vino 25/30 anni fa, mio babbo èra un contadino che poi è diventato professore universitario, però il genio della famiglia sono io”

La sua compagna di vita ha l’elegante sorriso di una donna del veneto, artista e medico Cinzia tiene molto a sottolineare le sue origini contadine.

Tenuta Poggiotondo

“Ci siamo conosciuti tanti anni fa in vacanza” – racconta Cinzia Chiarion – “i miei genitori avevano una azienda agricola, la prima cosa che mi ha detto Lorenzo: posso venire a casa tua a vedere i tuoi trattori? Ricordo che venne e la prima cosa che fece andò a vedere i trattori di mio padre. Questo per dire quanto èra pazzo, come è rimasto tale.”

Da questi vigneti nascono 3 vini, Poggiotondo è sicuramente il figlio prediletto di Lorenzo , ruvido ma sincero, matura in vasche di cemento e non vede mai il legno.

“Io credo che in Toscana non dobbiamo scimmiottare i francesi” – prosegue Lorenzo – “ma si deve fare il Sangiovese. Il difficile in questi anni non è stato fare il vino e mandarlo negli Stati Uniti. Il difficile è fare il vino ed andare a portarlo nella mia zona, una delle più difficili al mondo.”

Le Rancole, storico marchio aziendale, matura per il 40% in piccole botti di legno ed affina in bottiglia almeno 12 mesi.

“Io in questi anni ho preso tante sberle. I Sommelier del Casentino mi consideravano una grande nullità un rompicoglioni, oggi sono i miei ammiratori.”

Il C66 nasce da un’idea di Cinzia 90% Sangiovese 10% Merlot ed un anno in legno, morbido ed avvolgente, un vino di una donna per le donne.

“Non sono molto adatti alle donne i tuoi vini Lorenzo” – puntualizza Cinzia – “sono un po’ troppo ruvidi, vorrei fare un vino un po’ più morbido. Un vino fatto da una donna per le donne, e così è nato il C66.”

Cinzia e Lorenzo festeggiano ogni anno il momento magico della vendemmia aprendo la loro azienda ad appassionati, gastronomi e giornalisti interessati a conoscere dove nascono i loro vini.

In questa valle l’impegno di Cinzia e Lorenzo è quello di produrre vino di altissima qualità, rispettando la natura, la biodiversità ed i valori autoctoni dei loro vigneti.

foto credit: Sara Cintelli